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Scuola in alto mare, tutti contro Azzolina che accusa i sindacati

In vista del primo settembre, i ritardi isolano la ministra dopo il suo attacco alle associazioni di categoria. Solo i 5S la difendono

22/08/2020
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il manifesto

Adriana Pollice

«Aprire le scuole è un dovere, anche se farà aumentare la circolazione del virus»: a mettere le mani avanti, ieri, è stato Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms. A settembre si torna in aula ma il paese è col fiato sospeso. Ieri sono finalmente arrivate le linee guida dell’Istituto superiore di Sanità, redatte con i ministeri della Salute e dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, le regioni Veneto ed Emilia-Romagna. «Tutte le misure adottate – spiega il testo – possono ridurre il rischio di trasmissione ma non azzerarlo, è necessaria una strategia nazionale di risposta». Soprattutto: «Difficile stimare quanto la riapertura possa incidere su una ripresa della circolazione del virus, perciò il documento sarà aggiornato».

IL PROTOCOLLO È ARRIVATO al termine di una mattinata rovente per le polemiche. A fare discutere l’affermazione della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, su Repubblica: «A scuola si tornerà anche se nei sindacati c’è chi fa sabotaggio», rilanciando le parole di un mese fa del premier Giuseppe Conte. Lo scontro riguarda molti fronti: reperimento aule, consegna banchi ma, soprattutto, la responsabilità penale dei presidi in caso di contagi («Serve chiarezza» sottolinea l’Udir) e il concorso con prova selettiva per le assunzioni invece di stabilizzare i precari (la replica della Cgil nell’intervista accanto).

LE REAZIONI non si sono fatte attendere. A cominciare dal sindacato in cui ha militato la stessa Azzolina, l’Anief: «Collaboriamo con il governo ma non possiamo abbandonare la tutela della salute dei lavoratori e delle loro responsabilità rispetto a norme poco chiare e alle attuali condizioni delle istituzioni scolastiche: l’organico rimane insufficiente, le classi sono rimaste pollaio e il precariato aumenta». E la Gilda degli Insegnanti: «Sconcertante che chi guida il ministero si esibisca in un violento e immotivato attacco. I cittadini, sindacati compresi, vorrebbero sapere quanti insegnanti di ruolo saranno in cattedra il primo settembre, quanti saranno i posti vacanti da coprire con precari da rintracciare, quante aule mancheranno e, infine, quando arriveranno i banchi».

I CONFEDERALI pure si sono fatti sentire. «Scaricare sui sindacati la responsabilità dei gravi ritardi e della confusione che regna è stucchevole e demagogico», il commento della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. «La ministra si costruisce un ruolo di vittima sacrificale alla vigilia della riapertura» attacca Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. Ieri sono intervenute anche le associazioni del trasporto pubblico locale (Agens, Anav e Asstra) per chiedere «un urgente incontro» a governo, conferenza delle regioni e Anci: «Ancora non è chiaro a quali condizioni organizzative le aziende del settore dovranno garantire i servizi di trasporto e di scuolabus. È necessario il raddoppio dell’offerta».

LA POLITICA ha ugualmente preso di mira la ministra. Nel caso di Matteo Salvini si è trattato solo di proseguire il trend: «Azzolina incapace e incompetente». Quindi Giorgia Meloni: «Il governo incapace brancola nel buio». E Anna Maria Bernini da Fi: «Complotti inesistenti per nascondere ritardi e improvvisazioni». Dopo gli attacchi continui a mezzo Davide Faraone, Matteo Renzi ieri ha deposto la clava (nel mirino c’è il rimpasto con Boschi pronta a sostituire Azzolina): «Bisogna che i ragazzi tornino a scuola, è il momento di stoppare le polemiche e dare tutti una mano al governo». Persino il segretario dem Nicola Zingaretti ha battuto un colpo: «L’esecutivo non alimenti divisioni». Ma era già intervenuto il senatore Pd Francesco Verducci: «L’intervista della ministra è un tentativo di scaricabarile grottesco». Da Sinistra italiana Nicola Fratoianni: «Contribuire al bailamme scatenato da una destra irresponsabile non aiuta».

RESTANO I 5S A DIFESA di Azzolina, con la senatrice Barbara Floridia: «Minacce di sciopero e polemiche strumentali per bloccare le selezioni degli insegnanti tramite concorso. Dalle organizzazioni sindacali ci aspettavamo maggiore responsabilità».


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