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Scuola, i sindacati anticipano al 6 marzo lo sciopero «per i precari»

La sottosegretaria Ascani alla ministra Azzolina: riconvocare il tavolo

16/02/2020
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il manifesto

Roberto Ciccarelli

Flc Cgil Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno anticipato al 6 marzo lo «sciopero per i precari» per modificare uno dei bandi dei concorsi e per protestare contro il mancato rispetto degli accordi sottoscritti con il governo Conte 1 e rinnovati con il Conte 2 sulle abilitazioni, il reclutamento, il contratto e gli aumenti degli stipendi. L’Unicobas, per il momento, ha confermato lo sciopero del 17 marzo.

Nelle motivazioni della mobilitazione, inizialmente prevista per il 17 marzo, i sindacati sostengono che lo sciopero sarà la prima tappa di un percorso di «dissenso» che potrebbe durare a lungo. I sindacati hanno ricordato il contenuto dell’accordo del 23 aprile 2019 formato con il premier Conte a palazzo Chigi: individuare «le più adeguate e semplificate modalità per agevolare l’immissione in ruolo dei docenti con un’esperienza di almeno 36 mesi». Si parla dei precari ai quali, stando al bando attualmente all’esame del Consiglio superiore della pubblica istruzione, potrebbe essere negata la possibilità di accedere alla banca dati dei quiz necessari per prepararsi alla selezione. I sindacati chiedono di rendere pubblica la banca dati e uniformare il punteggio minimo richiesto nella prova preselettiva per l’accesso ai concorsi ordinari per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Si chiede inoltre di valorizzare gli anni di insegnamento e ammettere i docenti che hanno insegnato per tre anni solo su posti di sostegno, sprovvisti del titolo di specializzazione. E ancora, una soluzione per gli assistenti amministrativi, privi di titolo di studio specifico, che hanno svolto questo lavoro per almeno tre anni e percorsi di abilitazione per cercare di risolvere il problema del precariato nella scuola.

Mentre il governo è impegnato in un confronto sulle pensioni con i sindacati, e si avvia a farlo sul contratto con il resto del pubblico impiego, i sindacati criticano la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina per avere rotto le relazioni anche sul contratto della scuola. A poche settimane dal varo del documento di economia e finanza (Def) la preoccupazione è di mancare un appuntamento più volte rinviato e affrontato sempre con soluzioni parziali e non soddisfacenti in questi anni.

Sempre che poi ci siano le risorse. Rino Di Meglio (Gilda) parla di «totale chiusura» da parte di Azzolina che «invece di ricucire il dialogo preme sull’acceleratore per affrettare la pubblicazione dei bandi di concorso». «Si sta tornando al modo di fare di Renzi e della Buona scuola, non ci potranno mai convincere a un ritorno al passato» sostiene Pino Turi della Uil. «Azzolina non ha rispettato gli impegni previsti nei verbali firmati con il suo ministero il 19 e 20 dicembre scorsi» ricorda Maddalena Gissi (Cisl).

Qualche preoccupazione al ministero di viale Trastevere sta emergendo: «Stiamo assumendo 70 mila persone – ha detto la vice-ministra dell’Istruzione Anna Ascani – Ho detto alla ministra che è necessario riconvocare il tavolo con i sindacati. Mi auguro che avvenga nei prossimi giorni».


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