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Scuola, i presidi: no alla finta riapertura. Trasporti, tamponi e supplenti: le condizioni per ricominciare

Giannelli (anp): non si prò riaprire per finta. Sinopoli (Cgil): «Non vorrei che i governatori richiudessero subito». Il verbale del Cts con Unicef e Oms: scuole devono essere le ultime a chiudere e solo come misura estrema

24/11/2020
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Corriere della sera

Il presidente dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli lo dice con rara chiarezza: «Meglio una Dad fatta bene che una didattica in presenza per finta. Le posizioni massimaliste, ideologiche e preconcette non sono molto utili. Non dobbiamo fare i tifosi della scuola aperta comunque e quelli della scuola chiusa comunque. Sono luoghi comuni inutili. Il punto è che la scuola si sta facendo a distanza perché sono mancate alcune condizioni: i trasporti non sono stati in grado di..., sistema sanitario non è stato in grado di... e regole interne al sistema di istruzione non consentono di trovare supplenti nella misura in cui servono».

Ipotesi 11 gennaio

Ecco la sintesi di quel che è successo tre settimane fa quando il governo ha deciso di chiudere le superiori in tutta Italia e le seconde e terze medie nelle zone rosse. Allora non si levarono quelle voci degli esperti che oggi protestano per «trovare soluzioni subito» e anche la ministra Azzolina aveva indicato le due condizioni per tornare in classe: un nuovo piano per i trasporti città per città e un nuovo protocollo dell’Iss e nuove regole per le Asl per rendere i tamponi più rapidi. Di questo chiede conto la Cgil con il responsabile scuola Francesco Sinopoli: «Non vorrei che le scuole riaprissero e poi i governatori richiudessero. Occorre ben intenderci sulle motivazioni della riapertura: che ci sia un tracciamento specifico per le scuole; che siano garantiti trasporti esclusivi; che ci sia un chiarimento di competenze con regioni e comuni perché questa gestione sta diventando una follia. Questa è la cornice per riaprire il 4. Il minimo». Ora il coordinatore del Cts ha Agostino Miozzo ha spiegato che la data probabile sarebbe addirittura l’11 e non il 7 gennaio che è un giovedì, non spiegando il perché non si possa cominciare in mezzo alla settimana. Sarà davvero questa la data?

«Le scuole dovrebbero essere le ultime istituzioni a chiudere»

Intanto la settimana scorsa Cts e ministra Azzolina hanno incontrato i delegati di Oms e Unesco per fare il punto sulla scuola ai tempi del Covid. Ecco che cosa riporta il verbale: «Le scuole dovrebbero essere le ultime istituzioni ad essere chiuse in caso di lockdown generale emergenziale, e le prime a riaprire quando le condizioni lo permettano. Considerate le conseguenze devastanti su bambini, ragazzi e adolescenti e sulla società nel suo insieme, le chiusure scolastiche dovrebbero essere considerate come l’ultimo provvedimento, temporaneo e solo locale, nel caso in cui l’epidemia non possa essere gestita diversamente». E ancora: le chiusure non dovrebbero mai essere pro-attive ma solo reattive: dovrebbero essere della più breve durata possibile e limitate esclusivamente agli ambiti territoriali interessati».

La trasmissione del virus

Per quanto riguarda la trasmissione del virus, a parte ripetere che i bambini sotto i 10 anni risultano meno contagiati e comunque generalmente asintomatici, secondo il monitoraggio fatto dall’Oms i contagi avvengono soprattutto tra adulti, professori e personale ata, e pochissimo da studenti ad adulti o tra studenti dentro la scuola. Si tratta di dati diffusi già a settembre, che evidentemente sono circolati tra i ministri degli altri Paesi europei, ma non qui.


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