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Scuola, è scontro sulla didattica a distanza Azzolina alle Regioni: trovate altre soluzioni

La didattica a distanza scontenta tutti. Non solo i sindaci – in particolare quelli lombardi –, ma anche il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, che torna ad alzare un muro

23/10/2020
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La Stampa

chiara baldi

federico capurso

milano - roma

La didattica a distanza scontenta tutti. Non solo i sindaci – in particolare quelli lombardi –, ma anche il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, che torna ad alzare un muro di fronte alle spinte di quei governatori che, per contrastare la crescita dei contagi, cercano di alleggerire il peso sul trasporto pubblico e sulle Asl chiudendo le scuole. A preoccupare di più è l'ordinanza del presidente della Lombardia Attilio Fontana, che da lunedì riporterebbe tutti i 415 mila studenti delle scuole superiori lombarde a seguire le lezioni da casa. E anche da Vincenzo De Luca, in Campania, ci si aspetta un rapido ritorno alle lezioni in presenza nelle scuole elementari e medie, bloccate da un'altra ordinanza dopo la crescita verticale dei contagi. L'invito di Azzolina ai governatori è di rientrare in quel 50% di didattica a distanza (Dad) previsto dall'ultimo Dpcm, come fatto da Liguria, Lazio e Piemonte. In parte, anche dalla Puglia di Michele Emiliano, dove si sarebbe preferito però un taglio del 50% spalmato su tutti gli anni di superiori e non con le lezioni in presenza per gli studenti dei primi due anni e la didattica a distanza per quelli dell'ultimo triennio. Diplomazia al lavoro, dunque, anche se a colpi di missive.

La prima lettera viene inviata da Azzolina a Fontana, per chiedergli di «lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte e trovare soluzioni differenti». Lettera a cui lo stesso Fontana replica poche ore dopo, ricordando che i dati lombardi sono in costante peggioramento. E che la Dad è necessaria anche in virtù dell'impossibilità di potenziare il trasporto pubblico locale. «La mobilità degli studenti over 14 – scrive Fontana – rappresenta il 10 per cento degli spostamenti nei giorni feriali e la propensione all'uso dei mezzi pubblici da parte degli studenti lombardi è maggiore rispetto alla media nazionale». E in più, c'è un problema economico e organizzativo: «Le risorse disponibili in termini economici, di personale e di parco mezzi, non permettono un potenziamento dei servizi del tpl nelle ore di punta; abbiamo ripetutamente segnalato in Conferenza Stato-Regioni che per il potenziamento del servizio sarebbe stato necessario stanziare 200 milioni, che arriveranno solo nella legge di bilancio 2021».

Soluzioni alternative, dunque, Fontana non ne vede. Tanto da portarlo a sfidare apertamente Azzolina: «Se reputa eccessivi e non idonei i nostri provvedimenti può impugnarli». Ma a Roma, almeno per il momento, si vuole evitare lo scontro frontale. Chiamato a mediare è il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che invoca «buonsenso e collaborazione», perché – dice – c'è «la disponibilità del governo di essere al fianco della Regione Lombardia per ogni ulteriore esigenza che allenti le pressioni dei contagi sul sistema sanitario territoriale».

Intanto ieri il presidente lombardo ha incontrato i sindaci e il presidente dell'Anci Lombardia Mauro Guerra, ma la riunione non è stata particolarmente fruttuosa – anzi, si vocifera di «animate discussioni» – tanto che lo stesso gruppo si rivedrà oggi nella speranza di trovare una quadra prima del 26. «Come sindaci siamo totalmente contrari alla didattica a distanza integrale e ci opporremo», ha detto ieri il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala che già nei giorni scorsi aveva chiesto di optare per una didattica mista che tenesse insieme lezioni a distanza e in presenza. Perché, aggiunge, «chiudere le scuole adesso sarebbe una sconfitta».

Ma quella a Fontana non è l'unica lettera spedita da Azzolina. La ministra ha scritto anche a De Luca, auspicando che in Campania si «riesca a consentire sollecitamente la ripresa dello svolgimento in presenza della didattica» alle elementari e alle medie. Incassato il sì del governatore sul capitolo elementari, Azzolina attende, prima di lunedì, anche quello sulle medie. Confusione tale che per il presidente della Toscana Eugeno Giani si dovrebbe «revocare l'autonomia scolastica». «Ipotesi irrealistica e fantasiosa», replica il presidente dell'associazione Presidi Antonello Giannelli. Pensiero al quale si affianca quello di Azzolina, che oggi avrà dalla sua anche i dati del nuovo rapporto dell'Istituto superiore di sanità, che certifica ancora una volta il numero limitato di contagi all'interno degli istituti. —


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