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Scuola, dallo sciopero un duplice "no"

Nelle manifestazioni per il rinnovo del contratto e contro la riforma Moratti anche una forte contestazione all'intervento in Iraq Scuola, dallo sciopero un duplice "no" Il fronte sindacale annunci...

25/03/2003
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Nelle manifestazioni per il rinnovo del contratto e contro la riforma Moratti anche una forte contestazione all'intervento in Iraq
Scuola, dallo sciopero un duplice "no"
Il fronte sindacale annuncia nuove battaglie in assenza di risposte dal governo

ROMA - Un risultato immediato lo sciopero della scuola lo ha già prodotto e non è da poco: ha ricompattato tutto il fronte sindacale. Confederali e autonomi hanno sostenuto insieme la protesta di migliaia di insegnanti scesi in piazza in tutta Italia per reclamare il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da circa 15 mesi, e per contestare la riforma Moratti.
Ma le manifestazioni che si sono svolte dal Piemonte alla Sicilia sono state anche l'occasione per gridare forte il "no" del mondo della scuola all'azione angloamericana in Iraq. Slogan contro il ministro dell'Istruzione si sono alternati con appelli alla pace, e bandiere arcobaleno hanno sventolato nei cortei accanto a enormi striscioni contro l'aziendalizzazione della scuola pubblica, i tagli agli organici e l'espulsione dei precari.
Un'altra saldatura, raramente registrata, ha dato una connotazione particolare alla protesta di ieri: in molte città, Roma e Torino tra le prime, i ragazzi sono scesi in piazza accanto ai professori per difendere l'autonomia e la libertà della scuola.
Più che soddisfatti i leader sindacali di tutte le sigle (Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Unicobas, Cobas, Cub, Cisal) per una mobilitazione che è andata oltre le più rosee previsioni. E pronti a dare ancora battaglia se dal Governo non arriveranno in tempi brevi risposte concrete. "Perchè - ha spiegato il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini - i diritti del personale e della scuola sono tali se vengono esercitati e non solo richiamati nelle dichiarazioni dei vari ministri".
"Con proposte dignitose - ha osservato Daniela Colturani, leader della Cisl scuola - l'esecutivo deve assicurare celermente la definizione del contratto a più di un milione di lavoratori". E non basta. "Sollecitiamo il Governo - ha detto Massimo Di Menna - ad avviare anche il confronto sui decreti attuativi della riforma".
E se la Gilda ha puntato l'indice contro il nuovo sistema di reclutamento e carriera, la Cub ha detto un "no" secco allo scambio tra miserevoli aumenti retributivi e massicci tagli all'organico, Fedele Ricciato dello Snals ha ribadito come "contratto, immissioni in ruolo e stabilità degli organici siano obiettivi irrinunciabili" e i Cobas hanno stigmatizzato con forza "l'istruzione mercificata e privatizzata voluta dalla controriforma Moratti".
Immancabile anche per questo sciopero la guerra di numeri tra ministero e sindacati. Per il dicastero di viale Trastevere le adesioni non hanno raggiunto il 40% del personale, mentre per i rappresentanti dei lavoratori sono andate ben oltre il 60% con punte dell'80% e finanche del 100%.
Sulla mobilitazione di ieri sono proseguite anche le schermaglie tra maggioranza e opposizione. La prima ha accusato i sindacati di aver strumentalizzato gli studenti, la seconda ha ribadito ancora una volta le sue critiche al sistema scolastico targato Moratti. La riforma "ha un carattere regressivo" ha affermato Ranieri della segreteria Ds e "vuole impoverire la scuola italiana" ha rincarato il Verde Bulgarelli.
Lascia invece stare il merito la maggioranza, per sottolineare la scorrettezza dei sindacati. "Agli studenti - ha detto Osvaldo Napoli di Forza Italia - è stato somministrato un piatto avvelenato sfruttando la comprensibile emotività degli adolescenti nei confronti della guerra, la prevedibile resistenza verso i cambiamenti rappresentati dalla riforma e il facile dileggio verso il capo del governo".

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