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Sciopero generale, la Cgil di Epifani va avanti ma apre a Cisl e Uil

Il segretario: in teoria sarebbe possibile rinviare se gli altri lo chiedessero. Pezzotta e Angeletti: cambiati i toni Sciopero generale, la Cgil di Epifani va avanti ma apre a Cisl e Uil Le ...

10/10/2002
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Il segretario: in teoria sarebbe possibile rinviare se gli altri lo chiedessero. Pezzotta e Angeletti: cambiati i toni

Sciopero generale, la Cgil di Epifani va avanti ma apre a Cisl e Uil

Le tre sigle unite sull'agitazione del pubblico impiego. Resta il nodo del Patto per l'Italia

ROMA - Lo sciopero generale della Cgil del 18 ottobre non sarà né sospeso né spostato, ma nei messaggi che attraverso interviste e dichiarazioni i leader di Cgil, Cisl e Uil si stanno scambiando si intravede la volontà di recuperare un dialogo. Di chiudere insomma con l'eredità di Sergio Cofferati e voltare pagina. Senza grandi illusioni, per carità. Nessuno più crede all'unità sindacale in tempi brevi e forse neppure medi. Ma i segnali che il successore di Cofferati, Guglielmo Epifani, ha più volte inviato sono stati colti da Cisl e Uil. "La sostanza non è cambiata" rispetto al "Cinese", spiegano i leader delle due confederazioni, "ma i toni sì". Anche ieri Epifani qualche segnale lo ha mandato, attraverso una lunghissima intervista pubblicata dal quotidiano l'Unità . "La Cgil, in linea teorica, potrebbe prendere in considerazione la possibilità di rimandare uno sciopero (...) se le altre organizzazioni sindacali chiedessero alla Cgil di soprassedere perché interessate a costruire un percorso comune di iniziativa e di mobilitazione", dice Epifani. Anche se subito dopo ammette che questa è solo un'"ipotesi". E che tale sia lo confermano Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. Il segretario della Cisl taglia corto: "Noi non abbiamo mai chiesto che la Cgil ritiri lo sciopero. Non siamo d'accordo e basta". Più articolato il commento di Angeletti: "La Cgil ha proclamato questo sciopero a luglio, senza consultarci e a noi non è restato che prenderne atto. Se invece adesso la Cgil ha interesse a una discussione con noi, non ha che da chiedercelo, noi siamo sempre disponibili. Ma per noi questo sciopero unilaterale era e resta sbagliato". Dopo il 18, però, nuovi scenari possono aprirsi.
Alcune vicende unitarie sono già in atto. Ieri i tre sindacati insieme hanno proclamato lo stato di agitazione nel pubblico impiego, anticamera dello sciopero se il governo non assicurerà maggiori aumenti di retribuzione. Sempre ieri la vertenza Fiat è partita con la decisione unitaria di un primo pacchetto di scioperi. E sul Mezzogiorno le posizioni delle tre confederazioni sono molto vicine: tutte bocciano l'insufficiente intervento del governo con la Finanziaria. Due sono però gli ostacoli al riavvicinamento tra Cgil, Cisl e Uil: 1) Il Patto per l'Italia, attaccato da Epifani e difeso invece da Pezzotta e Angeletti. 2) Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, con la Fiom-Cgil che ha deciso di presentare una propria piattaforma anziché una insieme con Cisl e Uil.
"Nessuno in Cgil ha lavorato più di me per l'unità sindacale", sottolinea Epifani. Che indica una strada: riprendere in mano la legge sulla rappresentanza sindacale (le elezioni delle Rsu nei luoghi di lavoro). Nel '98 Cgil, Cisl e Uil avevano raggiunto un accordo a sostegno della legge in discussione in Parlamento. Poi però l'accordo naufragò davanti all'irrigidimento delle norme deciso nella commissione Lavoro del Senato presieduta dal diessino Carlo Smuraglia e fortemente influenzata da Rifondazione comunista. Il tentativo di imporre l'elezione delle Rsu anche nelle piccole fabbriche e l'introduzione di meccanismi assembleari provocò non solo la reazione furiosa della Confindustria, ma anche il disimpegno di Cisl e Uil. Risultato: la legge non fu mai approvata. Oggi Epifani suggerisce all'Ulivo di ritornare sull'argomento, con una importante novità: "Riducendo il tasso di radicalismo contenuto nella vecchia legge Smuraglia". Il leader della Cgil propone quindi la semplice estensione delle regole sull'elezione delle Rsu nel pubblico impiego che hanno funzionato bene fin dal 1998 (legge Bassanini). Fra l'altro, tra gli statali l'unità sindacale è abbastanza forte. Forse i tempi non sono ancora maturi per riparlare di unità e rappresentanza. Ma Epifani prova a muovere le acque.
Enrico Marro


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