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Resto del Carlino-sindacati: "Il 15% degli edifici non è a norma"

sindacati: "Il 15% degli edifici non è a norma" ROMA '#8212; Il "dopo" terremoto in Molise è fatto anche di cifre che oscillano da un capo all'altro dell'Italia per dire che le scuole non sono s...

05/11/2002
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Il Resto del Carlino

sindacati: "Il 15% degli edifici non è a norma"

ROMA '#8212; Il "dopo" terremoto in Molise è fatto anche di cifre che oscillano da un capo all'altro dell'Italia per dire che le scuole non sono sicure o meglio, non del tutto sicure.
Lo afferma la Uil in uno studio che parla del 15% degli istituti non completamente a norma con le regole europee, lo ricorda la Cgil che dilata i dati e sollecita il governo a interventi tempestivi. E in campo scendono anche gli enti locali, soprattutto Comuni e province che degli edifici scolastici sono proprietari e gestori.
Loro chiedono al governo l'immediata apertura di un tavolo di confronto perché i soldi per le ristrutturazioni non ci sono e allora occorre un impegno a livello nazionale a partire dalla prossima Finanziaria.
L'Upi (unione province) fa addirittura una stima del quantum: 3 miliardi di euro che le casse degli enti locali non sono in grado di tirare fuori.
Il problema, fanno sapere sindacalisti e tecnici, non è soltanto quello della tenuta antisismica degli edifici. In molti istituti non sono a norma neanche gli impianti elettrici o mancano le scale antincendio. Insomma, la 626 è ancora lontana dall'essere pienamente applicata. Del resto le proroghe, negli anni, consentono un termine ultimo fissato nel 2004. Ma non si può più attendere. Non sotto la spinta della paura che dal Molise terremotato ha scosso gli animi di tutti gli italiani. E allora? Controlli, verifiche a tappeto e fondi.
Con un concorso unanime di interventi che per il Codacons, devono toccare il singolo genitore, la singola famiglia. Una sorta di questionario da riempire penna e carta alla mano per verificare sul campo ogni singola mancanza di ogni singolo istituto.
Una volta compilato, invita l'associazione, il documento va girato ai carabinieri o al ministero dell'Istruzione.
Una sorta di invito a trasformarsi in tecnici per verificare la sicurezza dei luoghi più frequentati dai nostri bambini. Ma senza esagerare nell'allarmismo, avverte il periodico Tuttoscuola, perché se è vero che la situazione in alcuni casi è grave, non ovunque è drammatica.
E la psicosi non aiuta nessuno.
s. m.


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