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Resto del CArlino-Rovigo-Il sistema pubblico è debole per colpa della precarietà

"Il sistema pubblico è debole per colpa della precarietà" Partenza regolare dell'anno scolastico, ma i sindacati sono mobilitati e questa volta la battaglia non è di categoria, ma è incentr...

25/09/2003
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Il Resto del Carlino

"Il sistema pubblico è debole per colpa della precarietà"

Partenza regolare dell'anno scolastico, ma i sindacati sono mobilitati e questa volta la battaglia non è di categoria, ma è incentrata sulla difesa della scuola pubblica. "Nelle aule si lavora '#8212; dice Bertilla Gregnanin, segretaria provinciale della Uil-scuola '#8212; facendo leva sulla precarietà, e tutto ciò rende debole l'intero sistema dell'istruzione pubblica".
Quali i risvolti di questa precarietà? "Penso alle nomine del sostegno, avvenute con grave ritardo, anche perché in molti casi le graduatorie di circolo non potevano, proprio per ragioni ineludibili di organizzazione, essere pronte in tempo; penso anche al ridotto numero di insegnanti e al loro status di incertezza; penso alle mense; penso ai finanziamenti alla scuola privata, quando il 97% degli alunni vivono nella pubblica. Penso alle mancate assunzioni dei docenti: la scuola rischia di essere l'unica amministrazione che non assume' e sono oltre 100 mila i posti vacanti!".
E l'avvio della riforma? "La riforma '#8212; risponde Bertilla Gregnanin '#8212; non può partire se l'accoglienza ai bambini di 5 anni e mezzo e il sostegno non vengono garantiti adeguatamente; non può partire se l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica nel biennio elementare non li si imposta adeguatamente sul piano metodologico e didattico. Ma per fare questo servono risorse".
Oltre 400 in Polesine i 'precari storici', tra insegnanti e personale Ata, circa 220 le nomine sul sostegno, molte delle quali con docenti senza i requisiti di specializzazione, poche le scuole che hanno già avviato l'iter della riforma alle elementari: "La riforma alle elementari '#8212; sostiene Teresa Bradiani, segretaria della Cgil-scuola polesana '#8212; sta creando il caos anche nella nostra provincia' ricordo che sono stati i Comuni stessi a chiedere un'indagine preventiva prima di poter aprire le scuole dell'infanzia e primaria ai bambini di due anni mezzo e cinque anni e mezzo. Indagine mai fatta. Ma, soprattutto con i tagli agli organici apportati dal Ministero, l'iter della riforma non può essere garantito, se non di facciata. In più cominciano, nelle superiori, a venire al pettine i nodi della ridefinizione delle cattedre a 18 ore: spariscono i progetti di compresenza, svanisce la flessibilità e non si possono sostituire gli insegnati assenti per malattia.
Insomma la scuola pubblica se come immagine entra nella riforma, nella sostanza rischia lo smantellamento progressivo. Il tutto mentre anche nella nostra provincia centinaia di docenti aspettano di essere assunti".
Osvaldo Pasello


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