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Resto del Carlino-'Riforma Moratti,privato è meglio'

'Riforma Moratti,privato è meglio' BOLOGNA '#8212; E la riforma Moratti va. Lucrezia Stellacci, direttrice dell'Ufficio scolastico regionale, si confessa con "Bologna sette", l'inserto settimanal...

04/02/2003
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Il Resto del Carlino

'Riforma Moratti,privato è meglio'

BOLOGNA '#8212; E la riforma Moratti va. Lucrezia Stellacci, direttrice dell'Ufficio scolastico regionale, si confessa con "Bologna sette", l'inserto settimanale dell'"Avvenire", il giornale dei vescovi italiani, dedicato ogni lunedì al capoluogo emiliano-romagnolo, sull'andamento della riforma della scuola varata, non senza fatica, dal ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti.
In Emilia-Romagna la sperimentazione è partita in 21 istituzioni scolastiche (12 paritarie e 9 statali), 59 plessi, 103 fra classi elementari e sezioni di scuole dell'infanzia, per un totale i circa 2mila alunni coinvolti su una popolazione scolastica di 41.600 bambini nelle materne e oltre 147 mila ragazzi nelle elementari.
Una situazione non facile, vista l'esiguità degli istituti che si sono fatti avanti per la sperimentazione e il fatto che la Regione ha già pronta la "sua" legge, quella "controriforma" Bastico, dal nome dell'assessore regionale competente, che i vertici regionali contrappongono appunto alla Moratti in nome delle nuove competenze concesse alle Regioni con la riforma del Titolo V della Costituzione.
"Non è una situazione semplice '#8212; conferma Lucrezia Stellacci nella sua intervista a 'Bologna sette' '#8212; il dato positivo di questa realtà, anche in presenza di proposte alternative, è che si annette una grande importanza alla scuola. E alle istituzioni. Questa è la chiave di lettura che poi alla fine ci fa incontrare. E' molto difficile il lavoro di mediazione, ci vuole molta pazienza. Ma sono convinta che in questa regione per il bene della scuola ci sia la disponibilità a rinunciare a opposizioni pregiudiziali".
Ma a differenza delle statali, le scuole private si sono messe in moto più in fretta. "Forse perchè nelle scuole paritarie di qualità vi è grande attenzione al risultato formativo e una minore attenzione alle istanze corporative del personale. Nella scuola statale spesso le due cose non si bilanciano, se non prevale addirittura la seconda", fa notare la direttrice dell'Ufficio scolastico regionale.


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