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Resto del CArlino-Nuovo status dei docenti La rabbia sale in cattedra-UNIVERSITA'Cortei, sit-in e occupazioni contro la riforma

UNIVERSITA'Cortei, sit-in e occupazioni contro la riforma Nuovo status dei docenti La rabbia sale in cattedra ROMA Cortei, sit-in, happening: il mondo degli atenei italiani ha incrociato ...

03/03/2005
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Il Resto del Carlino

UNIVERSITA'Cortei, sit-in e occupazioni contro la riforma
Nuovo status dei docenti La rabbia sale in cattedra
ROMA Cortei, sit-in, happening: il mondo degli atenei italiani ha incrociato le braccia per protestare contro il disegno di legge delega sullo stato giuridico della docenza universitaria voluto dal ministro Letizia Moratti.
Docenti, ricercatori, studenti, assegnisti e lettori di madre lingua sono scesi in piazza in tutt'Italia.
L'emendamento
La prossima tappa sarà una manifestazione nazionale da fare prima di Pasqua, forse il 15 marzo, ma la scelta è legata all'iter parlamentare del provvedimento. Le assemblee con maggiori adesioni si sono svolte a Milano, Bologna e Torino.
Solidale con la protesta anche la Conferenza dei rettori (Crui), il cui dissenso nei confronti della Moratti non è stato placato dall'annuncio di un nuovo emendamento al provvedimento in questione, che prevede il mantenimento dello strumento della legge delega per reclutare i professori universitari, e dunque per i concorsi, e il passaggio alla legge ordinaria per quanto riguarda la definizione dello stato giuridico dei docenti. Piero Tosi, presidente della Crui, oggi incontrerà il ministro Moratti per dirle che la situazione degli atenei "è drammatica. Non si può fare una riforma a costo zero".
"Grande partecipazione e tante iniziative per dire no agli scempi del governo sull'università", è il commento allo sciopero (indetto da dodici organizzazioni e associazioni) di Enrico Panini, segretario della Cgil. Secondo cui le adesioni hanno superato il 60%, con punte che hanno raggiunto l'80%. Panini si è soffermato sulle "tante iniziative organizzate": occupazioni a Bari, cortei con oltre duemila persone a Torino e mille a Pisa, assemblee aperte a Bologna. Presìdi e volantinaggi si sono avuti anche a Genova, Padova, Messina, Cosenza. Lezioni in piazza e corteo a Firenze, occupazione simbolica del rettorato a Siena.
A Milano i manifestanti hanno circondato la Statale formando una catena umana. Molti indossavano mascherine e camici di laboratorio.
La protesta si è svolta prima davanti al grande ateneo di via Festa del Perdono, poi si è tenuta un'affollata assemblea all'interno, nella Sala della Crociera, che ha coinvolto anche i docenti di ruolo. Gli organizzatori hanno parlato di "corteo così numeroso da ricordare le proteste degli anni Settanta".
A Roma più di mille persone si sono date appuntamento davanti alla Sapienza per puntare l'indice contro la messa a esaurimento del ruolo dei ricercatori e per il riconoscimento del ruolo di professore svolto; per il mantenimento della differenza tra tempo pieno e tempo definito; per una riforma dei concorsi che preveda la distinzione tra reclutamento e avanzamento di carriera.
Intanto, visto che per lo sciopero sono saltate anche alcuni esami di laurea, la commissione di garanzia del'attuazione della legge sullo sciopero ha inviato una richiesta di chiarimenti ai rettori interessati. Anche l'istruzione, è la spiegazione, rientra nei servizi pubblici essenziali.
Opposizione solidale
Docenti e ricercatori hanno potuto contare sulla solidarietà dei parlamentari del centro-sinistra. Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds in commissione cultura del Senato, ha promesso "massimo impegno a bloccare il provvedimento", Titti De Simone, capogruppo del Prc in commisione cultura della Camera, ha parlato di "confusione e pasticci sul provvedimento" e per Franca Bimbi, della Margherita, "ministro e maggioranza hanno impedito di discutere proposte reali". Intanto oggi, alla votazione finale in commissione prima che il testo torni in aula, il centrosinistra non parteciperà: "E' una farsa".
Gaetano Basilici


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