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Resto del carlino-Col trattato di Maastricht l'istruzione

Col trattato di Maastricht l'istruzione Col trattato di Maastricht l'istruzione ha acquistato un ruolo di rilievo tra le politiche comunitarie. Prima del 1992 infatti la scuola era fuori deg...

14/07/2002
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Il Resto del Carlino

Col trattato di Maastricht l'istruzione
Col trattato di Maastricht l'istruzione ha acquistato un ruolo di rilievo tra le politiche comunitarie. Prima del 1992 infatti la scuola era fuori degli interessi dell'Unione Europea. Oggi invece le ragioni ideali-scientifiche come il vertiginoso moltiplicarsi delle conoscenze, quelle economiche (il rapporto scuola-lavoro) e la valorizzazione del capitale umano, impongono ai signori governi della Vecchia Europa di interessarsi attivamente della scuola.
L'esigenza di controllare la spesa pubblica ha convinto tutti i governi a ridurre dalla fine degli anni '80 l'intervento dello Stato nell'istruzione, scaricando molti oneri sui bilanci degli enti locali e sollecitando le istituzioni scolastiche a competere tra loro. La strategia generale si fonda sull'autonomia della scuola come centro di interesse che, però, viene declinata in modo diverso nelle singole realtà nazionali. Ecco perché è molto utile accedere all'informazione comparata in modo da poter rispondere ai quesiti specifici delle convergenze e divergenze dei curriculi e dei livelli di governo che determinano il percorso scolastico dei ragazzi dei vari paesi dell'Europa.
In tale direzione è molto interessante il contributo fornito dall'Istituto Nazionale di Documentazione di Firenze che ha comparato le realtà scolastiche di Francia, Finlandia, Inghilterra, Norvegia e Portogallo.
Fra i sistemi comparati la Francia rappresenta la tradizione centralistica col potere governativo che definisce obiettivi, formula i programmi, stabilisce gli orari per ciascuna disciplina sia per la scuola di base che per quella secondaria. La scuola propone solo discipline e attività complementari e di sostegno.
Agli antipodi la Finlandia che a livello centrale esprime solo linee guida, lasciando alle scuole addirittura la determinazione delle ore per le singole discipline e l'orario settimanale.
Una positiva integrazione viene invece dalla Norvegia. Nel paese scandinavo l'autorità centrale definisce gli obiettivi del curriculo, delle discipline in esso presenti, degli orari delle materie obbligatorie. Le contee sviluppano il curriculo, definiscono le discipline e le attività integrative. Le scuole gestiscono ed organizzano un'area autonoma di studio a seconda della classe. Insomma un modello costruito su tre livelli (Stato, Regioni e Scuola) che potrebbe aiutare chi formula proposte di riforma per la scuola italiana.
Enzo Martinelli


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