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Resta, nuovo capo dei Rettori: troppi vincoli per i nostri atenei

Guida il Politecnico di Milano: per essere competitivi servono fondi e flessibilità

21/02/2020
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Corriere della sera

Federica Cavadini

Alla guida della Conferenza dei rettori il posto lasciato libero da Gaetano Manfredi dopo la nomina a ministro va a Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano. Nel giorno dell’elezione parla di «sfide» («la principale è una politica unitaria in un sistema con grandi differenze»), ricorda le «priorità» («inderogabile l’aumento del finanziamento») e definisce l’urgenza («presenteremo proposte concrete nei prossimi mesi»). Professore di ingegneria meccanica e brevettatore, 51 anni, Resta dal 2017 guida un ateneo statale da 40 mila studenti (oltre seimila internazionali). E sottolinea subito che «il compito del presidente Crui è rappresentare le varie sensibilità che la compongono».

Ricorda il contesto e il sotto-finanziamento per ricerca e università: «Nella situazione attuale ha un ruolo centrale. Abbiamo assistito increduli alla mancanza di attenzione da parte della politica». E aggiunge: «È richiesta una maggior dose di responsabilità, al sistema universitario e alla politica». Servono più risorse e fra gli obiettivi c’è «il posizionamento internazionale: per frenare le fughe di studenti e ricercatori». E «regole certe, stabilità del quadro normativo». E «semplificazione».

Ai rettori degli oltre ottanta atenei nella Crui, Resta ha presentato il programma per i primi 100 giorni. «Ci sono le scadenze legate alla ricerca, la nuova tornata di valutazione con le prossime linee guida e serve un confronto sui criteri — spiega — . E occorre una riflessione sull’Agenzia nazionale della ricerca».

La politica disattenta

«Abbiamo assistito increduli alla mancanza di attenzione da parte della politica»

E c’è l'impegno per l’edilizia scolastica: «Ma si devono stabilizzare gli investimenti. Serve un modello nuovo, pianificazione di lungo periodo, per adeguare le nostre università agli standard internazionali». Sul confronto con l’Europa il presidente Crui ricorda che «le università italiane sono allineate con gli altri atenei sui risultati ma non sulle risorse». Ed è un punto centrale: «È la preoccupazione maggiore, servono per gli stipendi di docenti e personale, per il diritto allo studio, per reclutare studenti e ricercatori». Come la flessibilità: «Troppi vincoli, così è difficile competere sui fondi europei per la ricerca, è complicato il reclutamento».

Punto di partenza è una Crui che passi dai «pareri alle proposte». E «coesa», dice Resta (eletto con il 60% dei voti). «Abbiamo un sistema con grandi differenze, ci sono atenei che hanno difficoltà di sopravvivenza pur essendo l’unica realtà di crescita di territori in difficoltà e altri che competono a livello internazionale e devono poter correre. La sfida più grande è una politica unitaria».

E tempi brevi: «Saremo tempestivi. La nomina del ministro Manfredi è un segnale positivo».


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