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Republica-Caccia al colpevole nell'Italia degli abusi

di Giorgio Bocca SULLA tragedia del Molise pesa la confusione babelica dei linguaggi e delle idee: attorno alle bare delle vittime si alza il grande lamento, la grande invettiva contro chi ha perme...

05/11/2002
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la Repubblica

di Giorgio Bocca

SULLA tragedia del Molise pesa la confusione babelica dei linguaggi e delle idee: attorno alle bare delle vittime si alza il grande lamento, la grande invettiva contro chi ha permesso la strage degli innocenti, c'è persino chi attende una risposta dal procuratore di Larino che ha aperto un'inchiesta. Ma siamo seri: colpevole è questa società, colpevoli sono le più alte autorità dello Stato accorse alla cerimonia funebre, e anche i milioni di italiani partecipi del lutto e un intero paese dove i governi hanno ceduto alla demagogia, alla morale del permissivismo, dei condoni, al disprezzo per la giustizia. Chi sono i colpevoli, i cattivi sopravvissuti agli angeli? Sono il paese Italia così come si è costruito in questi anni di sviluppo caotico: lungo tutti i fiumi e torrenti, le fasce di esondazione - dove le acque alluvionali possono trovare sbocco - sono state riempite di case e di fabbriche, che amministratori opportunisti hanno tollerato; alla prima pioggia battente villaggi e città si ritrovano allagati per via della cementificazione del territorioQuante case sono pericolanti, a rischio? Più di una scuola su due non ha neanche passato i controlli sulla staticità. Le più alte autorità dello Stato, il capo del governo sono corsi sul luogo del disastro e promettono aiuti immediati: Berlusconi con la megalomania che gli è propria vuol addirittura sostituire i villaggi terremotati con una sua replica di Milano 2, villette immerse nel verde, piste ciclabili, centri commerciali, benessere e svaghi, instancabile nell'ignoranza del paese che governa, nel confondere la povertà senza fine del Mezzogiorno con il ricco hinterland milanese. E dice di averne già discusso con il suo architetto e con il ministro Lunardi, quello delle grandi opere, specialista in gallerie.
Nelle televisioni e nei giornali al servizio del premier ritorna l'accusa ai catastrofisti, ai pessimisti che gli attribuiscono anche colpe che non ha. Questi cortigiani non capiscono, non vogliono capire che si tratta di una corsa al peggio - di cui anche la sinistra è stata in parte responsabile - che ora sta diventando una frana generale, una somma di errori di emergenze che non si riescono più a tamponare. Dopo la prima sanatoria agli abusi edilizi del 1994, sono stati costruiti solo in Sicilia altri quindicimila edifici abusivi.
Dagli anni Ottanta gli abusi nel paese sono diventati cinque milioni e il ministro del Tesoro in carica si dà pace affermando che "i reati cessano di essere tali se la coscienza morale dominante non li considera tali". Ministri e notabili in lacrime ai funerali dei bambini - e chiamiamoli così senza la iperbole degli angeli - partecipano al vecchio e risaputo spettacolo del pianto greco, ma l'abuso come norma continua, la cementificazione delle coste sta divorando la Sardegna attorno a capo Teulada, la laguna di Caorle, a Castelvetrano le villette abusive sono diecimila. A Gela hanno costruito tre palazzi sopra il collettore fognario. Le case a rischio, tirate su con l'argilla e con la sabbia, sono a migliaia in tutto il Mezzogiorno negli stessi luoghi dove i terremoti del passato hanno mietuto migliaia di vittime.
Le cronache dalle terre del Molise sono commoventi ma anche dense di frustrazioni: si è ripetuta con larghezza di mezzi la ritualità del dolore, dalle lacrime dei potenti, della disperazione dei parenti. Ma per quel funebre spettacolo passava un pensiero umiliante: e da domani si ricomincia come prima: le più alte autorità dello Stato non troveranno nulla da ridire se in un'aula di giustizia i cortigiani fanno apologia di reato, se si vantano di aver frodato il fisco per decine di miliardi, se mentono nel modo più impudente sicuri della alta protezione; se la corsa agli affari continua e se la stessa tragedia viene prontamente usata per procurare buoni affari, se giorno dopo giorno il potere escogita nuovi privilegi a nuovi rifiuti dei controlli. E se a ogni catastrofe causata dalla nostra incapacità di governo si risponde con le collette di beneficenza, con il buon cuore "dei nani e delle ballerine" della televisione popolare.
Ci fu un tempo in cui le tragedie dell'Italia povera toccavano l'intero paese, creavano delle solidarietà vere. Oggi dietro queste tragedie non si può non vedere il dilagare della corruzione e dell'anarchia che dalle classi alte si è allargata al ceto medio indeterminato.


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