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Repubblica-Università-Il Ddl Moratti: contratti, concorsi E a tutti il titolo di professori

Il Ddl Moratti: contratti, concorsi E a tutti il titolo di professori SCHEDA ROMA - La riforma Moratti sul reclutamento dei professori universitari passa al Senato, ricevuto il primo sì della Ca...

15/06/2005
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la Repubblica

Il Ddl Moratti: contratti, concorsi E a tutti il titolo di professori

SCHEDA
ROMA - La riforma Moratti sul reclutamento dei professori universitari passa al Senato, ricevuto il primo sì della Camera, dopo un esame durato due giorni, costato due bocciature al governo. L'articolo 1 del provvedimento, che riguarda i principi, è stato cancellato da un emendamento dell'opposizione. E la composizione delle commissione di esame è stata modificata, secondo le stesse modalità: non ne potranno più far parte i professori dell'ateneo che ha bandito la prova.

Ecco, in sintesi, i contenuti principali del disegno di legge, che passa ora all'esame del Senato.

Valutazione dei professori. Il compito spetta ai relativi atenei. La valutazione, però, dovrà essere formalmente richiesta dai docenti e riguarderà l'attività di ricerca e la didattica. In caso di "bocciatura", lo stipendio del professore resterà congelato fino alla prova successiva.

Idoneità nazionale. Per accedere ai concorsi universitari di professore ordinario o associato bisognerà aver passato una prova d'idoneità scientifica nazionale, che durerà quattro anni.

Concorsi. I posti di professore ordinario e associati vengono assegnati attraverso concorsi riservati a chi è in possesso dell'idoneità nazionale. I candidati saranno esaminati da commissioni, i cui componenti saranno tutti estratti a sorte. I commissari non potranno provenire dall'università che ha bandito il concorso.

Contratti a termine. Le Università potranno mettere sotto contratto studiosi e ricercatori attraverso il ricorso a "contratti di ricerca e di insegnamento universitario". Di durata triennale e rinnovabili per altri tre anni. I docenti "a termine" non potranno superare il 20 per cento del totale degli insegnanti dell'ateneo.

Ricercatori. Punto caldo. Sparisce il ruolo dei ricercatori. D'ora in avanti i giovani, dopo il dottorato di ricerca, potranno avere contratti a tempo determinato di durata triennale, fino a un massimo di sei anni.

Tutti professori. Per l'opposizione è solo "un pennacchio", per la maggioranza un giusto riconoscimento a chi svolge attività didattica nelle Università: con la riforma tutti coloro che hanno un contratto universitario per la ricerca e l'insegnamento potranno fregiarsi del titolo di "professore aggregato". Nessun aumento di stipendio è previsto, ma solo la possibilità di utilizzare il titolo nel proprio biglietto da visita.

(15 giugno 2005)


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