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Repubblica-Tremonti, ministro assediato costretto a cambiare tutto

CASO Decreti e Finanziaria, si moltiplicano i dietrofront sotto la pressione della maggioranza Tremonti, ministro assediato costretto a cambiare tutto Mille emendamenti su 4000 vengono dal cen...

30/10/2002
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la Repubblica

CASO
Decreti e Finanziaria, si moltiplicano i dietrofront sotto la pressione della maggioranza
Tremonti, ministro assediato costretto a cambiare tutto

Mille emendamenti su 4000 vengono dal centrodestra. Il blitz dei deputati di An
La spinta dei centristi sul Mezzogiorno fa seguito alle pressioni industriali

ROMA - Ieri, di fronte a Montecitorio, anche i Vigili del Fuoco hanno protestato contro la Finanziaria. E' l'ultima della lunga lista di categorie che dalla fine di settembre quando il ministro dell'Economia Giulio Tremonti presentò i 46 articoli del tormentato e importante documento economico. Da allora la Confindustria, che pure aveva sempre avuto un atteggiamento amico nei confronti del governo, ha cominciato a picchiare duro per i tagli agli incentivi alle imprese e il presidente degli industriali ha detto che è "una delle peggiori degli ultimi anni". Il governatore della Banca d'Italia ha denunciato la mancanza di interventi strutturali e ha criticato l'eccessivo ricorso ai condoni perché "minano la credibilità dell'amministrazione finanziaria". Inutile dire dei sindacati che sui tagli al Sud stanno ricomponendo la loro frattura e Cgil, Cisl e Uil sembano tornati a parlare la stessa lingua. Il presidente della Confcommercio Billè ha detto un paio di giorni fa che "comincia ad essere stanco", le organizzazioni del Terzo settore lamentano di essere state discriminate.
Sebbene con toni diversi le misure una tantum, centrate sul condono fiscale, dal quale il governo conta di rastrellare 8 dei 20 miliardi di cui è composta la manovra non sono piaciute al commissario agli Affari monetari Pedro Solbes, alla Bce e all'Fmi. Anche la Corte dei Conti ha fatto sentire la propria voce mentre non è un mistero la preoccupazione espressa il mese scorso dal Quirinale sulle dimensioni del debito pubblico.
Per il ministro dell'Economia dev'essere stato un mese terribile soprattutto perché alle critiche delle opposizioni che possono essere date per scontate, a quelle degli organismi internazionali che possono essere giudicati eccessivamente occhiuti, si sono aggiunte quelle delle organizzazioni che rappresentano la spina dorsale produttiva del paese. Ma il maggior disagio per il ministro del Tesoro dev'essere arrivato quando i rilievi che giungevano da più parti hanno trovato una sponda all'interno della maggioranza: non vanno dimenticati i due decreti varati d'urgenza da Tremonti diretti a bloccare le spese e a eliminare la Dual income tax per le imprese. Entrambi in provvedimenti sono stati profondamente modificati in Parlamento: la Dit è stata di fatto reintrodotta come chiedevano la Confindustria e l'Assonime e il decreto è stato riscritto; il provvedimento blocca-spese è stato oggetto di una levata di scudi fin dal primo consiglio dei ministri e si impedì a Tremonti di gestire in prima persona il rubinetto dei tagli.
E la Finanziaria? Gli alleati non sono stati teneri: i centristi di Casini hanno chiesto di poterla cambiare, un deputato di An, Maurizio Leo, ha contribuito alla prima bocciatura del governo proprio all'esordio sull'articolo 2 che contiene la riforma fiscale Tremonti. I deputati della maggioranza in commissione hanno presentato più di 1.000 emendamenti su 4.000: un quota assai elevata che testimonia un alto tasso di conflittualità. Basta perché il governo Berlusconi perda il terzo ministro? Per ora ci si deve accontentare della difesa d'ufficio del ministro per le Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione: "Sono un estimatore e un amico di Giulio Tremonti ma il ministro deve capire che la Finanziaria va cambiata".
(r.p.)


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