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Repubblica-To-Sì ai corsi sperimentali ma la Cgil si oppone

Sì ai corsi sperimentali ma la Cgil si oppone Formazione e Istituti in un unico percorso didattico ...

13/11/2002
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la Repubblica

Sì ai corsi sperimentali ma la Cgil si oppone
Formazione e Istituti in un unico percorso didattico


"C'è l'accordo, la sperimentazione può partire" dicono Regione Piemonte e Direzione regionale dell'Istruzione. "No, non c'è accordo e nessun dirigente scolastico deve firmare la convenzione", ribatte la Cgil Scuola. Oggetto del contendere sono i nuovi corsi sperimentali che la Regione in accordo con il ministero dell'Istruzione ha deciso di varare in Piemonte. Corsi che riguardano alcune centinaia di ragazzi tra i 14 e 15 anni: completerebbero l'obbligo scolastico non più in una scuola tradizionale, ma in un nuovo modello didattico che vede insieme gli istituti professionali (pubblici e dipendenti dal ministero) e la formazione professionale, di competenza regionale e svolta da enti privati. La sperimentazione (che riguarda poche regioni) avrebbe dovuto partire a ottobre. Ma ritardi ministeriali e la forte opposizione degli istituti professionali (nessuno a Torino e provincia è stato disposto a collaborare) ne hanno ritardato la partenza.
Per superare le difficoltà Regione e ministero hanno allora convocato i sindacati. Ne è scaturita una bozza di convenzione che, per il ministero "fonda un "modello Piemonte", un nuovo percorso che aspira a porsi come modello nazionale e che riesce a coniugare i due itinerari, l'istruzione e la formazione, senza penalizzare l'uno o l'altro". Già oggi è stato convocato un incontro con i dirigenti scolastici interessati. La Cgil è contraria: "Questa sperimentazione serve solo a anticipare uno degli aspetti più negativi della riforma Moratti. Non stabilisce una progettazione comune tra scuola e agenzia di formazione, non prevede il coinvolgimento del collegio docenti, non garantisce alla scuola la valutazione finale e allo studente la preparazione per l'ammissione al secondo anno". Ribatte la Cisl: "È una bozza migliorabile, ma stabilisce un principio importante e cioè la parità tra i due sistemi formativi. Ed è un grosso passo avanti rispetto a ciò che è accaduto in Lombardia". Contraria invece l'Asapi, l'associazione delle scuole autonome che è stata in prima fila nella battaglia contro la sperimentazione: "Ci sono miglioramenti rispetto alle prime ipotesi, ma la proposta è troppo vaga nei suoi aspetti organizzativi per essere accolta dalle scuole".
(m.trab.)


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