FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3770597
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Tagli a scuola e sanità il no di Sirchia e Moratti

Repubblica-Tagli a scuola e sanità il no di Sirchia e Moratti

Meno 242 milioni all'Istruzione, giro di vite sulle cure termali Tagli a scuola e sanità il no di Sirchia e Moratti Regioni senza fondi,La Loggia prova a mediare LUISA GRION ROMA - D...

30/09/2002
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Meno 242 milioni all'Istruzione, giro di vite sulle cure termali
Tagli a scuola e sanità il no di Sirchia e Moratti
Regioni senza fondi,La Loggia prova a mediare

LUISA GRION

ROMA - Di sicuro non ci sta la Moratti, non è contento Sirchia e tanto meno lo sono gli enti locali. Sono loro i più penalizzati dalle misure anti-spesa previste in Finanziaria. E sono loro che, dentro e fuori Palazzo Chigi, hanno dato battaglia per difendere i loro "settori" dai tagli. Dal di dentro - chiaramente - i due titolari di Istruzione e Sanità, dal di fuori i presidenti delle Regioni, destinatari di una lunga opera di mediazione affidata al ministro La Loggia.
Che una volta iniziato il Consiglio dei ministri - previsto per le 20,30 ma avviato ben tre ore dopo - la responsabile dell'Istruzione non sarebbe stata zitta lo si era capito già nel tardo pomeriggio, quando fonti a lei vicine avevano fatto notare la sua perplessità sulla bozza fornita da Tremonti. Del resto 242 milioni di risparmi, tagli ai bidelli e mobilitazione per 5 mila insegnanti non erano una pillola facile da far mandar giù a un ministro che già aveva a che fare con una riforma molto criticata (Fassino, leader dei Ds ieri ha definito la Moratti "patetica") e di difficoltoso avvio.
Stessa posizione per Girolamo Sirchia, titolare della Sanità che - dopo il taglio secco per 300 ospedali deciso negli accordi d'agosto sul contenimento della spesa - si troverebbe ora a fare i conti con un blocco assoluto, previsto dalla manovra, alle cure termali pagate dallo Stato. Decisione che aveva gettato nello sconforto l'intero settore turistico, esploso in una protesta che il ministro aveva fatto sapere di "condividere" fino ad augurarsi che fosse cancellato dalla bozza.
Per non dire del nodo enti locali, destinatari di un doppio taglio: quello ai trasferimenti e quello alla possibilità di rifarsi sulle addizionali congelate per tutto il 2003. Una prospettiva che aveva fatto inalberare nei giorni scorsi i governatori di varie regioni, unificando nella protesta quelli del Polo a quelli dell'Ulivo. La reazione - anche in prossimità delle elezioni regionali - aveva colpito lo stesso Berlusconi disposto a pensare ad una "mediazione". La difficile missione era stata affidata a Enrico La Loggia, responsabile degli Affari regionali, che nelle 24 ore precedenti al consiglio dei ministri ha scambiato lunghe telefonate sia con Enzo Ghigo, presidente della Conferenza regioni, che con il governatore della Lombardia Formigoni. Consultazioni che avevano portato ad un testo messo nero su bianco dallo stesso ministro e presentato ieri al Consiglio.
A sanare lo scontro con le regioni ci aveva provato anche Bossi, dichiarando che la Lega sarebbe riuscita a far varare entro l'anno da almeno un ramo del Parlamento una modifica dell'articolo 119 della Costituzione che permettesse agli enti locali di compartecipare al gettito erariale. Esca alla quale, comunque, le regioni non sembravano aver abboccato e non solo per i prevedibili tempi lunghi che la soluzione poteva richiedere. Tranchant, per esempio, il commento di Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna. "Il problema non è il blocco della addizionale in quanto tale - ha commentato - semmai dell'intera filosofia espressa dalla manovra. Le regioni non sono corpi a se stanti, ma parti integranti dello Stato. Sono d'accordo sulla necessità di fare sacrifici, ma prima di deciderli bisogna darsi delle priorità. Così come ora sono i provvedimenti si trasformeranno in un taglio dei servizi sociali che lo Stato offre ai cittadini. Quindi in una inaccettabile penalizzazione di scuola, sanità, case, politica di assistenza sanitaria, ricerca. Quanto alla modifica dell'articolo 119 annunciata da Bossi dico che semplicemente non serve: la Costituzione già prevede la compartecipazione, e il governo che non la sta applicando".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL