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Repubblica-Storace ci provò nel 2000

IL CASO Storace ci provò nel 2000 I governatori "apripista" ROMA - La polemica sui libri di testo e l'uso politico della storia era già diventata un caso nazionale il 9 novembre del 20...

12/12/2002
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la Repubblica

IL CASO
Storace ci provò nel 2000
I governatori "apripista"

ROMA - La polemica sui libri di testo e l'uso politico della storia era già diventata un caso nazionale il 9 novembre del 2000. Quel giorno il Consiglio regionale del Lazio, maggioranza di centrodestra, approva una mozione per istituire una commissione di esperti che analizzi i testi della scuola dell'obbligo per verificarne i contenuti. La motivazione è che "i testi usati abitualmente negli istituti superiori sono troppo filo-marxisti e non garantiscono il pluralismo culturale".
Il giorno dopo l'esempio viene seguito dal Consiglio regionale della Lombardia dove viene presentata una mozione, ispirata da An e dalla Lega Nord, in cui si propone di istituire una commissione di esperti che svolga un'analisi dei testi scolastici evidenziandone carenze e ricostruzioni arbitrarie. Anche a Milano la motivazione è che i libri di testo riflettono "l'egemonia marxista", la "faziosità di alcuni storiografi". E, argomento caro alla Lega, sono carenti rispetto "all'approfondimento delle origini storico culturali della regione". La voglia di istituire commissioni di controllo sui libri di testo viene ventilata anche da Veneto, Sicilia, e Puglia. Ma dopo l'entusiasmo iniziale le reazioni del mondo culturale convincono il centrodestra ad abbassare i toni. Silvio Berlusconi denuncia la presenza della storiografia marxista all'interno dei libri di testo, ma invita alla cautela sulla commissione e molla Storace e la sua iniziativa, subito seguito da Gianfranco Fini. Il presidente della Regione Lazio (nella foto), dopo avere pesantemente attaccato il presidente del Senato Nicola Mancino, prende atto della solitudine politica e di fatto si rimangia il progetto in diretta televisiva nel "salotto" di Bruno Vespa.


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