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Repubblica: Scuola, torna l´incubo del sette in condotta "Quel voto valga in pagella"

La proposta del ministro. Ed è subito polemica

15/07/2008
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la Repubblica

Disciplina tra i banchi
Trovo incomprensibile che non si valuti in alcun modo il comportamento a scuola dei ragazzi
Gelmini: studiamo l´ipotesi di legare la promozione anche al contegno tenuto in classe
MARINA CAVALLIERI

ROMA - Temuto, abolito, minacciato, torna il fantasma del 7 in condotta e della bocciatura per comportamento grave e molesto. Dopo il grembiule in classe, il ministro dell´istruzione Gelmini ripropone un altro simbolo del passato, nel tentativo di far rispettare le regole nella scuola dell´indifferenza diffusa, dei bulli col telefonino, della quotidiana indisciplina.
«Col forum degli insegnanti e degli studenti stiamo ragionando sull´ipotesi di legare la promozione anche alla condotta. Trovo incomprensibile che non si valuti in alcun modo il comportamento dei ragazzi», ha detto il ministro in un´intervista al Messaggero. E ieri ha di nuovo ripetuto: «Credo che dovremmo reintrodurre la condotta come elemento di valutazione, non basta indagare le motivazioni che portano ad avere nel nostro paese molti esempi di bullismo, ma occorre anche dare agli insegnanti uno strumento adeguato per poter pretendere disciplina e rigore». Tra nostalgia e preoccupazione la scuola si affanna a ripristinare la disciplina scomparsa. Già il ministro Fioroni, con il precedente governo, aveva introdotto sanzioni per gli alunni con comportamenti provocatori e fuori dalle regole, anche se aveva lasciato all´autonomia degli istituti la possibilità di tracciare dei regolamenti più o meno severi. Ora alla ricerca dell´autorevolezza perduta anche il nuovo ministro fa la sua proposta: il vecchio voto di condotta. Ma su questo la scuola si divide.
«L´esperienza degli ultimi dieci anni non può essere valutata positivamente», ammette Giorgio Rembado, presidente dell´associazione presidi. «Lo scarso spazio dato alla valutazione della condotta ha portato ad uno scarso rispetto delle regole da parte degli studenti. Che ci sia la necessità di un ripensamento sulla disciplina, non c´è dubbio, ma mi sembra difficile tornare semplicemente al passato». Era stato il ministro Berlinguer nel ‘98 con lo Statuto delle studentesse e degli studenti a disinnescare il voto in condotta: secondo le nuove regole nessuno studente meritevole poteva essere bocciato solo in base al comportamento. Prima di quella data con un 7 si poteva essere rimandati a settembre e con un 6 bocciati del tutto. «Non si può pensare che ripristinando i simboli del passato si risolvono i problemi che i simboli nascondono», spiega Benedetto Vertecchi, pedagogo. «Non credo che questo provvedimento possa avere un valore motivante, il problema che oggi si trovano davanti gli insegnanti è infatti l´indifferenza, l´atteggiamento non ricettivo dei ragazzi. Legare la promozione alla condotta serve a rimotivare? Non credo. Non serve un atteggiamento sanzionatorio a creare un atteggiamento favorevole verso la scuola. Serve solo a rassicurare l´opinione pubblica». E forse non risolleva neanche l´autorità in crisi degli insegnanti. Anna Salerni, docente di pedagogia e didattica, ha pubblicato nel 2005 un libro "La disciplina a scuola". «Ho condotto una ricerca tra professori della secondaria, è emerso che per gli insegnanti sono sì necessari i provvedimenti disciplinari ma il voto in condotta non viene ritenuto utile, il distacco dalla scuola degli studenti non si risolve facendo dipendere la promozione dal comportamento».
Perplessi i professori, divisi gli studenti. Per l´Unione degli studenti e la Rete è un´idea "vecchia" e "sbagliata", Alternativa studentesca ritiene invece che la disciplina sia "una parte importante della missione educativa". La Gelmini comunque non conduce questa sua battaglia da sola. Molti parlamentari della maggioranza le danno ragione mentre dal fronte dell´opposizione arrivano solo caute aperture. Per il ministro ombra Mariapia Garavaglia far valere la condotta come criterio di giudizio «può essere un utile terreno di confronto» ma il punto fondamentale è che nella scuola «bisogna agire al più presto sul piano finanziario e della qualità». Opinioni che non esorcizzano il fantasma del 7 in condotta, sicuramente tornato tra i banchi.


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