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Repubblica-Scuola, il peso della riforma sulle spalle dei prof

Scuola, il peso della riforma sulle spalle dei prof CORRADO AUGIAS C aro signor Augias, non sono d'accordo con la sua lettrice che mette da parte la riforma della scuo¬la perché in qu...

23/03/2003
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la Repubblica

Scuola, il peso della riforma sulle spalle dei prof

CORRADO AUGIAS

C aro signor Augias, non sono d'accordo con la sua lettrice che mette da parte la riforma della scuo¬la perché in questo momento ci so¬no cose più importanti. Ritengo che al governo faccia comodo focalizza¬re l'attenzione su eventi esterni co¬me l'appoggio agli Usa in Iraq. Inve¬ce bisogna continuare a discutere e a tenere alta l'attenzione sui proble¬mi interni. Per fortuna a scuola (quella pubblica) gli occhi cerchia¬mo di tenerli aperti.
Andrea Pappalardo
andrea.pappalardo@libero.it
A ugias , la riforma non risolve i problemi della scuola ma ne crea di maggiori. Le bocciature ad anni alterni riducono la pressione sui ragazzi; l'eli¬minazione dell'esame di 5° elementare è un danno; lo è anche la separazione a 13 anni tra ragazzi che studiano e quelli destinati al lavoro. Scuole pubbli¬che scadenti spingono i ricchi verso le private. Quel¬le pubbliche restano piene di poveri e immigrati.
Maria Teresa Serafini, Milano
mtserafini@yahoo.com
C arissimo Augias, è vero che la riforma rischia di reintrodurre il famigerato "avviamento al la¬voro". Bisogna ricordare però che l'imminente tra¬gedia è stata innescata dalla riforma dell'articolo 117 della Costituzione voluta da D'Alema assegnan¬do alle Regioni il settore dell'istruzione professio¬nale. Da allora - non per colpa della Moratti - gli isti¬tuti professionali sono stati sollecitati a tagliare le ore di insegnamento "inutili" (scienze, italiano, sto¬ria) con la rovina di un settore dell'istruzione che è quasi un terzo della scuola.
Professor Piero Morpurgo
morpurgopiero@libero.it
A ugias , sono un maestro ele¬mentare. L'insegnante tutor della riforma era già previsto nella legge 148/90 (quella dei moduli), chiamato "maestro prevalente". La nuova riforma viene "santificata" perché introduce l'inglese in prima elementare. Premesso che non si tratta di inglese, ma di lingue comu¬nitarie (francese, inglese, spagnolo e tedesco), preciso che tale insegna¬mento è già attuato da più di dieci anni in tutte le scuole elementari della Repubblica. Con la riforma si studierà nei cinque anni delle ele¬mentari più religione (due ore setti¬manali) che lingua straniera.
Salvatore Tanzillo, Frattaminore (Na)
saltanz@inwind.it
L' orribile guerra va avanti e concentra atten¬zione e angoscia. Anch'io però credo che il tema scuola sia troppo importante per farsene distrarre. È in gioco l'avvenire di qualche generazione, come di¬re un bel pezzo del nostro futuro. Anche il professor Morpurgo ha ragione: aver affidato l'istruzione tec¬nico-professionale alle Regioni (per lo più inadatte o non attrezzate) è stata una decisione improvvida. Del resto la decantata riforma è più che altro una leg¬ge-cornice che dev'essere ancora riempita di conte¬nuti. Se si troveranno i soldi per farlo. Quindi, come mi scrive il maestro Arturo Ghinelli, "ancora una vol¬ta la riforma la faranno gli insegnanti con il loro la¬voro, se la faranno'". Le novità dovrebbero partire in ottobre ma molte scuole elementari non sono nem¬meno in grado di cominciare mentre gli insegnanti aspettano da 15 mesi il rinnovo del contratto scadu¬to e domani scenderanno in sciopero. La giusta do¬manda che pongono è con quale faccia si pretenda che una categoria mal trattata si metta sulle spalle anche il peso di una riforma per molti aspetti arre¬trata o velleitaria.


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