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Repubblica-Scuola, i precari e la guerra dei punti

Scuola, i precari e la guerra dei punti CORRADO AUGIAS C aro Augias, sono una delle tante migliaia di precari storici che da due anni vive sull'altalena e, ogni estate, prima vede avanzare...

29/07/2003
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la Repubblica

Scuola, i precari e la guerra dei punti

CORRADO AUGIAS

C aro Augias, sono una delle tante migliaia di precari storici che da due anni vive sull'altalena e, ogni estate, prima vede avanzare la propria posizione in graduatoria, poi la vede precipitare il giorno prima della stipula di un contratto. Tutto questo perché è in corso una guerra tra poveri: noi, precari storici, e i nostri colleghi "sissini", figli delle scuole di specializzazione post universitarie che, dopo due anni, vengono immessi in graduatoria con un punteggio più alto del nostro. Lotta combattuta a suon di sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Anche quest'anno, stessa storia.
Bianca Tonetto
bia412@yahoo.it
C aro Augias, ma ha visto? Assunzione di 15 mila insegnanti di religione mentre gli altri stanno a guardare, difesa a oltranza dei "sissini", per cui i 18 punti che avrebbero permesso ad alcuni di non trovarsi sopravanzati dai nuovi contingenti di "sissini", senza esperienza, ci sono stati prima dati e poi tolti. Vogliono che ragazzi di 26, 27 anni passino in testa ai precari storici o a chi ha sostenuto nel '99 il concorso ordinario.
Stefania Martani
eloisa_gi@yahoo.it
G entilissimo Augias, mi rendo conto che tra "sissini" e precari storici c'è una guerra tra poveri, però vorrei ricordare che molti "sissini" sono tali perché le Ssis sono state istituite da Berlinguer con il duplice scopo di formare e reclutare candidati all'insegnamento. Quando mi sono iscritta nel 2000 alla Ssis, essa diceva di garantirmi, oltre al punteggio dell'abilitazione, 30 punti che riconoscevano l'onerosità dell'impegno (due anni contro tre mesi), insieme, se avessi lavorato, al punteggio spettante per i mesi di servizio. Questo diritto mi è stato negato: prima mi sono stati tolti i punti del servizio regolarmente maturati, poi sono stati attribuiti 18 punti proprio ai precari storici, per pareggiare i nostri 30. Mi rendo conto che è poca cosa rispetto ai problemi dell'Italia, tuttavia vorrei che non si prendessero a priori le parti di chi sicuramente merita tanto rispetto e comprensione, ma ha almeno la consolazione di veder tutelati i propri diritti dai sindacati, mentre noi, minoranza, abbiamo solo la speranza che la giustizia intervenga a nostro favore. Tutto sempre a vantaggio dei nostri ragazzi, cittadini del futuro.
Lucia Dellegrazie, Milano
ldellegrazie@libero.it
T re lettere tra le centinaia su questo spinosissimo problema. Una sentenza del Tar ha cancellato i 18 punti aggiuntivi accordati ai "precari storici" per equilibrare i 30 assegnati ai docenti usciti dalle scuole di specializzazione post universitarie (Ssis). I sindacati appoggiano compatti i precari "storici", ma anche dalla maggioranza di governo (Ronconi, Udc) vengono critiche alla linea ondeggiante del ministro Moratti, che evidentemente non sa che pesci prendere.
La decisione è difficile, nessuno lo nega. Ma forse sei cambiamenti di linea (e di graduatorie) in due anni sono troppi anche per un ministro debole che vorrebbe forse favorire i "sissini" (sarebbe un suo diritto, si fa il ministro per scegliere) ma non ha il coraggio di farlo. Unica decisione netta quella di immettere in ruolo 15mila insegnanti di religione selezionati dai vescovi. Ma in quel caso le motivazioni hanno poco a che vedere con la scuola e la qualità dell'insegnamento.


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