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Repubblica-Scandalo in graduatoria caccia ai falsi professori

Si allarga in Campania l'inchiesta sugli attestati rilasciati dal Ciferp di Bari agli insegnanti di sostengo Scandalo in graduatoria caccia ai falsi professori Per frequentare i corsi venivan...

11/04/2003
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la Repubblica

Si allarga in Campania l'inchiesta sugli attestati rilasciati dal Ciferp di Bari agli insegnanti di sostengo
Scandalo in graduatoria caccia ai falsi professori

Per frequentare i corsi venivano sborsati anche 30 milioni di vecchie lire
Finora ne sono stati licenziati 75, ma sarebbero oltre cento quelli "fuorilegge"

SEDEVANO al fianco dei bambini handicappati per offrire loro sostegno nell'apprendimento e nell'inserimento coi compagni normodotati. Da settembre ad oggi hanno affiancato i docenti per garantire un supporto ai ragazzini più deboli. Solo ora s'è scoperto che il loro titolo quali insegnanti di sostegno era falso, illegale, frutto di una truffa. Scoperto l'inganno, 75 insegnanti di sostegno sono stati licenziati in tronco. Settantacinque prof che prof non erano, che grazie ad un certificato falso erano stati inseriti nelle graduatorie permanenti per gli insegnanti e che vantando un punteggio alto avevano ottenuto, ad inizio dell'anno scolastico, un incarico annuale. I loro nomi sono in un elenco messo a punto dalla direzione scolastica regionale, ma rappresentano appena la punta di un iceberg che si annuncia enorme. Oltre a loro, immessi nelle graduatorie permanenti, sarebbero infatti centinaia i falsi prof di sostegno inseriti nelle graduatorie d'istituto, quelle stilate dalle singole scuole. Centinaia, insomma, i falsi prof nominati dai capi d'istituto di tutta la Campania. "Tutti quelli - spiega il direttore scolastico regionale Alberto Bottino - che abbiano presentato il titolo di specializzazione per l'insegnamento su posti di sostegno rilasciato dall'ente Ciferp di Bari (Centro italiano formazione e ricerche in psicomotricità). Ancora non sappiamo con esattezza quanti sono. Stiamo procedendo alle verifiche, poi partiranno le denunce alla Procura". Verifiche iniziate qualche giorno fa, quando l'ufficio scolastico regionale ha inviato ai presidi una circolare che invitava ad un controllo sulle graduatorie dopo che un dirigente scolastico, condotti degli accertamenti sulla validità del titolo presentato da un aspirante prof, ha scoperto il falso.
L'ente che avrebbe rilasciato il titolo di specializzazione - ma i responsabili affermano di essere estranei a tutto, sostengono che qualcuno ha usato il loro nome per organizzare la truffa (vedi intervista in pagina) - ha sede a Bari, ma l'università di quella città non ha, né ha avuto in passato, alcuna convenzione con altri organismi per la realizzazione dei corsi per insegnanti di sostegno. Eppure in calce ai titoli compare proprio il timbro dell'università di Bari. Falso il titolo, falso il timbro dell'ateneo, falso anche il timbro del Ciferp. Di vero ci sono i volantini - ora scomparsi - che invitavano gli aspiranti prof ad iscriversi al corso. "Ho pagato decine di milioni di vecchie lire (si parla di circa 30) per quei corsi - ha raccontato una delle insegnanti ora licenziate - Ho frequentato lezioni, certo all'acqua di rose, ma a me interessava il titolo. Mi sentivo garantita dall'aver visto il volantino pubblicitario attaccato in una bacheca del Provveditorato di Napoli". Bacheche aperte a tutti, sia chiaro, quadri che non sono sotto il controllo dell'amministrazione scolastica.
Ed è proprio presso l'amministrazione scolastica che, in queste ore, piovono le segnalazioni dalle scuole di tutte le province campane. Ad Avellino ed a Salerno sono già stati riscontrati dei casi, a Caserta e Benevento si stanno controllando le graduatorie, istituto per istituto. Il grosso è a Napoli e provincia, e sono numerose le scuole, di ogni ordine e grado, che hanno già messo alla porta dei docenti. Tra le altre, l'Ipia Sannino, l'Istituto superiore di Arzano, uno dei circoli didattici di Quarto. La segreteria provinciale della Cgil scuola parla di "scorciatoie pericolose oltre che illegali, come già accaduto per i certificati di servizio falsi del personale amministrativo e dei bidelli e per i falsi titoli di alcuni presidi incaricati".


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