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Repubblica-Roma-Scuola al via, senza sperimentazione

Scuola al via, senza sperimentazione Inglese e informatica: in pochi attueranno la riforma "Non ci sono soldi, le strutture sono carenti e 20 docenti su 100 stanno ancora seguend...

04/09/2003
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la Repubblica

Scuola al via, senza sperimentazione
Inglese e informatica: in pochi attueranno la riforma
"Non ci sono soldi, le strutture sono carenti e 20 docenti su 100 stanno ancora seguendo corsi di formazione"
"È assurdo destinare denaro pubblico per sostenere chi paga una retta a un istituto privato. Gli insegnanti? Pochi"
I pochi che attueranno la riforma con risorse proprie si ritrovano con classi sovraffollate
"Il tempo pieno? Un grosso problema: più iscritti, ma nessuna maggiore disponibilità"
BEATRICE RUTILONI


Parte la scuola, ma non la sperimentazione, tranne pochi casi fortunati. Le aspettative sulla riforma si erano portate dietro le illusioni delle famiglie: inglese e informatica già dal primo anno di elementari e l'anticipo a cinque anni e mezzo. Ma la maggior parte delle scuole pubbliche devono fare i conti con la scarsità di insegnanti, mezzi e strutture.
Il risultato è che i bambini che debuttano in classe il 15 settembre avranno un trattamento differenziato a seconda dell'istituto: la maggior parte imparerà l'inglese (un'ora alla settimana), che pare l'unico aspetto "garantito" della riforma, ma per quanto riguarda l'informatica e l'anticipo scolastico si naviga a vista.
"La sperimentazione parte nelle scuole che hanno risorse proprie - spiega Renata Puleo, direttrice del primo circolo didattico di via Maffi - non ci sono soldi, questo è chiaro. Perciò risulta ancora più scandalosa la decisione del ministero di destinare denaro pubblico per le scuole private. Io dirigo questa scuola da tredici anni, il disagio sociale è concreto e me lo trovo di fronte ogni giorno: ora per esempio gli insegnanti di sostegno sono insufficienti. E allora, con le mie scarse risorse tappo questa falla o faccio il corso d'informatica?".
La forbice dell'offerta formativa nella scuola pubblica, attuata con la legge sull'autonomia e moltiplicata dalle aspettative della riforma, si allarga a dismisura a seconda del bacino di utenza delle scuole: nel 43esimo circolo didattico Alessandro Manzoni, a San Giovanni, l'inglese parte dalla prima elementare, seguito dall'informatica, ma a metà anno "perché i docenti, 20 su 100, stanno ancora seguendo il corso di formazione - spiega la direttrice, Giovanna Morosini - questa è una scuola centrale, aiutata da una continuità didattica e da un organico di insegnanti collaudato e preparato, cui la sperimentazione, francamente, non ha aggiunto molto". Laddove si svolgevano queste attività, insomma, si continueranno, molto dipenderà dalla scuola. Alla Ugo Bartolomei di via Asmara, sulla Nomentana, inglese e informatica ci sono, e ci sono 15 bambini di cinque anni e mezzo, "Ma ne abbiamo dovuti mandar via altrettanti - spiega la vice preside, Gabriella Pace - continuano ad arrivare genitori arrabbiati che pretendono di iscrivere il bambino a scuola, ma qui non abbiamo posto: ci sono già classi con 27 alunni...".
L'istituto comprensivo Carlo Alberto della Chiesa, sull'Ardeatina è diretto da Paola Pancrazi che dice: "Qui la sperimentazione c'è sempre stata: dov'è la novità?", mentre alla Gianni Rodari, zona Casal Morena, ci sono le risorse per fare inglese con gli insegnanti mandati dal ministero, ma non l'informatica. Stessa cosa alla Balabanoff, dove però molti genitori vorrebbero più sezioni a tempo pieno. La Crispi a Monteverde conferma: "Riforma bluff, qui tutto era già partito prima". La Contardo Ferrini a Villa Chigi non solo ha dovuto mandar via i bimbi di 5 anni e mezzo ma anche quelli di 6, per carenza di aule.


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