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Repubblica-Qui sperimentiamo da sempre ma abbiamo insegnanti doc

Milano, il rettore del Collegio San Carlo: l'anticipo della prima a 5 anni non per tutti è un bene "Qui sperimentiamo da sempre ma abbiamo insegnanti doc" "I rischi sono alti...

02/10/2002
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la Repubblica

Milano, il rettore del Collegio San Carlo: l'anticipo della prima a 5 anni non per tutti è un bene
"Qui sperimentiamo da sempre ma abbiamo insegnanti doc"
"I rischi sono alti, c'è bisogno di strutture adeguate e i ragazzi vanno molto seguiti"
LUIGI PASTORE


MILANO - Ha 133 anni di storia il Collegio San Carlo. È la scuola privata più esclusiva di Milano, è la scuola dell'aristocrazia, dei figli dei grandi industriali e dei finanzieri. Ha precorso la sperimentazione, ma al tempo stesso non la elegge a dogma infallibile: "La facciamo da anni, da sempre, ne conosciamo pregi e difetti e sappiamo che può funzionare molto bene, ma patto che ci sia una struttura adeguata, con insegnanti qualificati in grado di seguire i ragazzi uno per uno", spiega il rettore don Aldo Geranzani.
Il San Carlo, infatti, se rivendica la primogenitura della riforma, al tempo stesso ne frena l'applicazione selvaggia, tanto che sono solo 14 su 80 quest'anno i cosiddetti "primini", ossia i bimbi ammessi a scuola con un anno di anticipo: "Questa sperimentazione è un'opportunità, ma anche un rischio - sottolinea Geranzani - perché sarebbe sbagliato pensare che a cinque anni e mezzo tutti i bambini siano pronti per la scuola. Non è una questione di maggiore o minore intelligenza, come magari pensano i genitori, ma solo di carattere. Ci sono bambini che a cinque anni si annoiano a giocare con quelli della loro età ed è meglio che vadano a scuola, ma altri che se li costringi seduti ad un banco, diventano matti. Guai a non tenerne conto". Per questo sono comunque una minoranza quelli che vanno in prima a cinque anni: "Ad ognuno di loro facciamo un test e una valutazione approfondita, insieme con uno psicologo dell'età evolutiva, per capire se sia il caso di mandarli a scuola a cinque anni o aspettare ancora", spiega Renata Cirina, responsabile del progetto di collegamento tra l'asilo, che qui si chiama Scuola dell'Infanzia, e che tra l'altro comincia a due anni, e quella elementare. Un collegamento talmente stretto che le piccole aule dell'ultimo anno di asilo sono confinanti con quelle del primo anno di scuola: "Così, se un bambino ha una crisi di rigetto, può tornare per qualche tempo con quelli della sua età". Insomma, ci vuole prudenza. E Stefano Monti, psicologo dell'istituto, va persino controcorrente: "Non dovrei dirlo, ma io sono contrario all'inserimento dei bimbi a scuola a cinque anni".
Il maestro prevalente è, invece, considerato indispensabile: "Quindici anni fa tutti insistevano per abolirlo, ma abbiamo tenuto duro e abbiamo avuto ragione, perché due maestri con lo stesso ruolo finiscono per litigare, mentre l'insegnante prevalente dà un valore aggiunto, conoscendo ogni sfumatura caratteriale dei bambini, proprio perché trascorre con loro intere giornate", sostiene Geranzani. Quanto all'inglese, qui è la seconda lingua già dai due anni e viene parlata persino mentre si fa la pappa. E alle elementari si studia cinque ore alla settimana.


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