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Repubblica-Quando la scuola aiuta le scelte dei giovani

Quando la scuola aiuta le scelte dei giovani CORRADO AUGIAS GENTILE Augias, insegno lati¬ ...

13/09/2002
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la Repubblica

Quando la scuola aiuta le scelte dei giovani

CORRADO AUGIAS


GENTILE Augias, insegno lati¬
no e greco nel liceo " G.B.
Brocchi" di Bassano del Grappa
(1640 studenti) una scuola che
dal 1974 è impegnata nella speri¬
mentazione ed è attiva su molti
fronti. Da due anni mi occupo di
orientamento. Avere le idee chia¬
re sulla facoltà da scegliere è fon¬
damentale. Proprio in questo pe¬
riodo vediamo tanti ragazzi affol¬
lare sbandati e senza idee precise
le segreterie della varie facoltà. I
danni per gli individui e la società
che possono derivare da una tale
incertezza sono evidenti. Molti
studenti si iscrivono a Legge o Economia senza
avere la più pallida idea di cosa vogliono fare da
grandi. Nel nostro liceo abbiamo avviato un
programma (progetto Argo 3000) che tenta una
strada nuova per l'orientamento. Si tratta di una
proposta formativa che accompagna il passag¬
gio dello studente dalla scuola media all'univer¬
sità con percorsi di autovalutazione per disci¬
plina, laboratori didattici, stage. Lavoriamo in
stretta collaborazione con l'università di Trento
anch'essa impegnata nella ricerca didattico
-scientifica ed attenta alla qualità della forma¬
zione. I docenti del liceo e dell'università, pro¬
gettano insieme e realizzano azioni utili per lo
studente. Grazie ad esse, a partire dall'ultimo
biennio del liceo si cerca di dare "una direzione
di senso" al suo impegno scolastico educandolo
alla progettualità e aiutandolo a verificare sul
campo e per tempo la sua vocazione.
Giuseppina Moricca
gmoricc@tin.it
QUESTA lettera contiene un'indi¬
cazione preziosa: un programma
che spero anche altre scuole abbiano
avviato in Italia. Ne vedo tra l'altro un
aspetto che merita di essere sottolinea¬
to: ci sono insegnanti (medi o universi¬
tari) il cui impegno va molto al di là
delle ore di lezione. Ecco un dato che
una riforma di concezione angusta e
troppo "aziendale" rischia di ignorare
con tutti i danni immaginabili. Nei
giorni scorsi ho avuto la fortuna di par¬
tecipare a un'esperienza analoga or¬
ganizzata dalla Scuola normale supe¬
riore di Pisa, che come tutti sanno è
una delle nostre università di eccellen¬
za. La Normale mette insieme ogni anno circa quattro¬
cento studenti tra quelli che in questi giorni comincia¬
no l'ultimo anno di liceo e che dunque a giugno si di¬
plomeranno. Sono ragazzi e ragazze scelti tra i migliori
di tutte le scuole d'Italia e raccolti con una selezione che
tiene conto sia del merito (votazioni medie strepitose)
sia di un'equa distribuzione geografica. Per un settima¬
na questi studenti frequentano seminari di orienta¬
mento tenuti da personalità di primo piano. Quest'an¬
no per esempio si andava dall'informatica (F. Luccio)
alla biologia (E. Boncinelli), dalla medicina molecola¬
re (M. Giacca) alle biotecnologie alimentari (A. Alpi) e
ne cito solo alcuni. A me è toccata la fortuna di essere
chiamato a discutere ruolo e funzione dei media. Si par¬
la spesso del disinteresse dei giovani, della loro vocazio¬
ne alla futilità. Parlare a quei ragazzi è stata un'espe¬
rienza che allarga il cuore: attenzione, maturità, qua¬
lità delle domande, consapevolezza del momento, an¬
che politico. Né bisogna pensare che si trattasse di un
branco di secchioni. Durante l'intervallo la discussione
più accesa tra di loro è stata se bisognasse o no trattene¬
re a tutti i costi Ronaldo all'Inter.


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