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Repubblica-Pensioni,sì alla delega della discordia

La Camera la approva dopo una giornata burrascosa che ha visto anche mancare il numero legale per le assenze di Udc e An Pensioni,sì alla delega della discordia Età libera, Tfr nei fondi,...

28/02/2003
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la Repubblica

La Camera la approva dopo una giornata burrascosa che ha visto anche mancare il numero legale per le assenze di Udc e An

Pensioni,sì alla delega della discordia Età libera, Tfr nei fondi, premi a chi resta e tagli ai contributi

Cgil contro l'Ulivo: molti di voi non c'erano. Mussi irritato: potevamo vincere
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - La delega previdenziale passa, sebbene a fatica, l'esame della Camera. Il via libera di Montecitorio è arrivato dopo che, una prima volta, la maggioranza non era riuscita ad avere il numero legale per il voto finale. A quel punto i capigruppo di Forza Italia e Lega Nord si sono attivati per recuperare, con ripetute chiamate sui cellulari, un numero di parlamentari sufficiente per non rinviare l'approvazione alla prossima settimana. L'intervento ha avuto l'effetto sperato: il provvedimento, costituito da otto articoli, è stato votato nel pomeriggio con 247 sì e un no (al momento del voto l'opposizione - anch'essa peraltro a ranghi ridotti, un fatto che ha suscitato la riprovazione della Cgil e del vicepresidente ds della Camera, Fabio Mussi - è uscita dall'aula). Il disegno di legge, che ora va in Senato, era in discussione alla Camera dal gennaio 2002.
Tra la prima e la seconda votazione il ministro del Welfare, Roberto Maroni, minimizzava l'incidente, negando che si trattasse di un "problema politico". Nel frattempo, si contavano i colpevoli del momentaneo smacco della maggioranza. Si scopriva che la responsabilità era da attribuire più che altro ai centristi dell'Udc e agli uomini di An, presenti rispettivamente soltanto con il 35 e il 54 per cento dei deputati. Alle tre e mezza del pomeriggio, però, in occasione della seconda votazione, il numero legale veniva raggiunto, grazie anche a un escamotage (consentito) del presidente della Camera, Pierferdinando Casini: calcolare come presenti i deputati dell'opposizione che avevano fatto una dichiarazione di voto.
La delega esce dalla Camera modificata in alcuni punti non di secondo piano. È stato abolito, in primo luogo, il limite minimo per il taglio dei contributi per i giovani assunti al primo impiego: il governo aveva deciso un taglio tra i 3 e i 5 punti, ora si parla di uno sconto per le imprese "fino a cinque punti". Una seconda modifica, questa volta apportata con un emendamento dallo stesso governo, è l'abolizione dell'obbligo di "novazione", cioè la stipula di un nuovo contratto per il lavoratore che decide di approfittare degli incentivi a restare al lavoro dopo il raggiungimento dei requisiti per la pensione di anzianità. La delega, che ha tra gli obiettivi l'allungamento dell'età lavorativa per un alleggerimento dei conti della previdenza pubblica e il rafforzamento della previdenza integrativa con il decollo dei fondi pensione, mantiene invece inalterato il principio dell'obbligatorietà della destinazione ai fondi del Tfr in via di maturazione. Ma vediamone i punti principali.
Liberalizzazione dell'età pensionabile. I lavoratori potranno restare al lavoro anche oltre il 65esimo anno di età, previo accordo con il datore di lavoro.
Incentivi a restare al lavoro. Ne beneficiano coloro che, anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione di anzianità, decidono di restare al lavoro. Questi lavoratori - che manteranno inalterati i loro diritti previdenziali - non dovranno versare i contributi previdenziali, che saranno destinati per il 50 per cento al lavoratore e per il 50 per cento a riduzione del costo del lavoro. Con l'abolizione dell'obbligo di dimissioni e nuova assunzione non ci sarà interruzione del rapporto di lavoro.
Decontribuzione sui neoassunti. Le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani al loro primo impiego (senza un percorso contributivo alle spalle) potranno beneficiare - su questi stessi giovani - di uno sconto contributivo fino a cinque punti. Il ministro Maroni - che punta al varo definitivo della delega entro giugno - ha assicurato che nei decreti attuativi verrà ristabilito il limite minimo dei tre punti.
Tfr nei fondi pensione. Il lavoratore dovrà obbligatoriamente destinare le quote di Tfr (trattamento di fine rapporto) in via di maturazione alla previdenza complementare. Il lavoratore potrà scegliere un fondo aperto o un fondo chiuso (contrattuale).
Riordino degli enti previdenziali. La delega prevede il riordino degli enti pubblici di previdenza e di assistenza obbligatoria: l'obiettivo è quello di una maggiore efficienza e riduzione dei costi.
Totalizzazione. La possibilità di totalizzare gratuitamente i contributi versati in diverse gestioni viene estesa anche ai lavoratori che abbiano compiuto il 65esimo anno di età o hanno maturato complessivamente 40 anni di contributi.


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