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Repubblica-Pensioni, asse Tremonti-Maroni in autunno la stretta sugli statali

Vertice di tre ore Pensioni, asse Tremonti-Maroni in autunno la stretta sugli statali Interventi soft con la delega, sindacati già in allarme Il compromesso tra Welfare e Economia allontan...

01/08/2003
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la Repubblica

Vertice di tre ore
Pensioni, asse Tremonti-Maroni in autunno la stretta sugli statali
Interventi soft con la delega, sindacati già in allarme

Il compromesso tra Welfare e Economia allontana manovre per fare cassa
Si punta ad azzerare le differenze con i privati. Rendite d'oro nel mirino
ROBERTO PETRINI

ROMA - Settembre a rischio per le pensioni degli statali. Il lungo vertice di ieri, durato circa tre ore, tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e quello del Welfare Roberto Maroni, si è chiuso con una fumata bianca. "L'incontro è andato bene", ha commentato il ministro leghista al termine della riunione e ha annunciato priorità e calendario degli interventi decisi: "Stiamo lavorando sui requisiti pensionistici dei lavoratori pubblici e privati per garantire un sistema più uniforme e equo".
Cosa significa? Si tratta di agire sul sistema di calcolo dell'assegno pensionistico che oggi privilegia i dipendenti statali rispetto ai pubblici. Attualmente infatti i privati calcolano parte della pensione in base alla media degli stipendi degli ultimi dieci anni, mentre i pubblici lo fanno sulla base degli ultimi cinque anni (anche se entro il 2008 è previsto che la differenza sarà azzerata). Dunque i pubblici, rispetto ai privati, possono prendere come parametro stipendi più alti per via degli scatti di anzianità.
L'intervento cui si sta lavorando prevede dunque di accelerare il processo di avvicinamento o di azzerarlo equiparando da subito pubblici e privati. Si studia anche la possibilità di rivedere il calcolo per i periodi anteriori al 1992, cioè prima della riforma Amato: lì la differenza è più marcata perché gli statali calcolano quel periodo addirittura sulla base dell'ultimo stipendio e i privati sulla base degli ultimi cinque anni.
E' proprio questo l'aspetto che ha più preoccupato i sindacati. L'altolà della Cgil è giunto subito dopo l'incontro da parte del segretario della Funzione Pubblica Carlo Podda che ha minacciato lo sciopero generale: "Le proposte di Maroni - ha detto - sono inaccettabili. La parificazione dei trattamenti è resa impossibile dal mancato avvio della previdenza integrativa".
Se questi sono i possibili effetti degli indirizzi decisi ieri, dal punto di vista politico l'incontro segna un compromesso tra Tremonti e Maroni. Il ministro del Welfare ha ottenuto, come ha egli stesso riferito, che "non si farà cassa sulle pensioni", dunque non si interverrà con chiusure di finestre o repentini innalzamenti dell'anzianità; inoltre si è stabilito che la delega previdenziale in discussione in Parlamento sarà il veicolo sul quale inserire le nuove norme. Su entrambi questi punti inizialmente Via Venti Settembre aveva invece espresso opinioni diverse e aveva addirittura previsto un intervento sulle pensioni in Finanziaria.
I due ministri hanno anche concordato di rivedersi il 20 agosto e, quanto al metodo, di presentare successivamente ai sindacati il pacchetto sulla "riduzione dei regimi speciali di favore", formula adottata dal Dpef, in modo che tutto sia pronto entro fine settembre. Altri interventi dovrebbero riguardare una stretta sulle pensioni di invalidità (forse condizionando al reddito l'erogazione dell'indennità di accompagnamento), un intervento sulle pensioni d'oro, ma ieri si è parlato anche delle pensioni della ex area pubblica e che riguardano ferrovieri, elettrici e telefoni che hanno criteri di computo più vantaggiosi.


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