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Repubblica-Ora l'Università ha paura del crac

IL CASO Aumenti bloccati, niente assunzioni, servizi a rischio Ora l'Università ha paura del crac Cinque rappresentanti di istituto fatti sloggiare: "La polizia ci ha malmenato" MARIO RE...

05/12/2002
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la Repubblica

IL CASO
Aumenti bloccati, niente assunzioni, servizi a rischio
Ora l'Università ha paura del crac

Cinque rappresentanti di istituto fatti sloggiare: "La polizia ci ha malmenato"
MARIO REGGIO

ROMA - Tagli per oltre 200 milioni di euro del Fondo di finanziamento ordinario, meno soldi per le borse di studio, riduzione consistente dei finanziamenti per l'edilizia. Per l'Università pubblica sono tempi duri. E come se non bastasse non ci sono i soldi per pagare l'adeguamento degli stipendi per i 51 mila docenti, né per il rinnovo contrattuale del personale tecnico e amministrativo. La Conferenza dei Rettori per ben tre volte ha reso pubblica la sua preoccupazione. E solo due giorni fa, inaugurando l'Anno accademico all'Università di Siena, il presidente della Crui, Piero Tosi, ha lanciato l'ultimo avvertimento ai politici: "Se nella finanziaria non verranno trovati i 469 milioni di euro necessari alla semplice sopravvivenza dei 72 atenei statali, non saremo in grado di far funzionare il sistema universitario".
L'appello ha raccolto il plauso del presidente della Repubblica, presente assieme al ministro Letizia Moratti, nell'aula magna dell'antico ateneo senese. Il responsabile della scuola, università e ricerca ha ribadito l'urgenza di trovare i soldi necessari, ma le sue richieste non sembrano avere molta audience all'interno del governo e meno che mai presso il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Anche l'ipotesi di inserire in finanziaria la tassa sul fumo, gettito previsto un miliardo di euro, sembra tramontata. Se ne riparlerà in aula. Ma intanto l'urgenza si fa sempre più pressante. Il rettore dell'Università di Firenze, nei giorni scorsi, ha annunciato al Senato accademico che l'ateneo non è in grado di varare il bilancio di previsione per il 2003. E anche altri atenei sembrano orientati a passare all'esercizio provvisorio.
Cosa accadrà se il governo non troverà i soldi? Le già precarie situazioni economiche di molti mega-atenei, come Roma La Sapienza, Bologna e Napoli, potrebbero tracollare. In poche parole: tagli nelle biblioteche, nei laboratori scientifici, nella didattica, nei servizi agli studenti che quest'anno sono aumentati del 10 per cento rispetto alle matricole del 2001. Un altro aspetto riguarda i docenti. Blocco delle assunzioni, quindi addio ai sogni di migliaia di giovani ricercatori che dovranno trovarsi un altro lavoro. E conseguente ripresa della fuga dei cervelli verso l'estero dove l'università e la ricerca godono di ben altri finanziamenti. Aumenteranno le tasse? I rettori assicurano che non vogliono far pagare i prezzi dei tagli agli studenti. Ma intanto l'unica strada per molti atenei sarà quella di fare altri mutui con le banche, facendo crescere un deficit che nessuno sa come e da chi verrà coperto.


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