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Repubblica-Niente bandiere della pace- Divieto del governo ai Comuni

Niente bandiere della pace- Divieto del governo ai Comuni Ma il sindaco di Firenze si ribella: io la espongo comunque Sono però sempre di più i municipi con l'arcobaleno: da ieri c'è anche Ro...

12/02/2003
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la Repubblica

Niente bandiere della pace- Divieto del governo ai Comuni
Ma il sindaco di Firenze si ribella: io la espongo comunque

Sono però sempre di più i municipi con l'arcobaleno: da ieri c'è anche Roma
Una nota in risposta ad alcuni prefetti: "Si rischia il reato di vilipendio"
MARIA CRISTINA CARRATU

MARIA CRISTINA CARRATÙ
FIRENZE - La presidenza del Consiglio dice no all'esposizione delle bandiere della pace sugli edifici pubblici, e ricorda che l'uso di vessilli che non siano la bandiera italiana, delle Regioni, degli enti locali, dell'Unione europea o (in certi casi) di Stati esteri, può configurare il reato di vilipendio della bandiera, sanzionabile penalmente. Si tratta di una "risposta a quesito" formulata dopo gli interrogativi sollevati nei giorni scorsi dai prefetti di Belluno e Reggio Emilia. Il parere è stato trasmesso ieri, mentre il caso esplodeva a Firenze, dove lunedì la maggioranza di centrosinistra ha deciso l'esposizione del vessillo-arcobaleno sulla facciata di Palazzo Vecchio e delle sedi decentrate del Comune. L'opposizione, contraria, aveva subito chiesto alla presidenza del consiglio comunale di accertare l'eventuale illegittimità della decisione, e, su richiesta del Comune, la Prefettura aveva chiesto chiarimenti al Cerimoniale della presidenza del Consiglio, massima autorità in materia di bandiere. Ricevendone subito una risposta che a questo punto vale per tutti: e cioè che la legge 5 febbraio '98, numero 22, attuata con Dpr 7 aprile 2000, numero 121, non prevede che su edifici pubblici possano essere esposti "simboli privati (ad esempio insegne di partito, simboli di associazioni e organismi vari)". Ogni altra possibilità, ha fatto capire ai prefetti Palazzo Chigi, pur senza dichiararlo esplicitamente, rappresenta un uso improprio della bandiera dello Stato, sanzionabile (secondo l'articolo 292 del codice penale) come vilipendio della bandiera.
Il sindaco ds di Firenze, Leonardo Domenici, appena dopo aver saputo della "direttiva" di Palazzo Chigi ha srotolato dalla finestra del suo ufficio un lungo drappo iridato: "Quella della pace non è una bandiera, è il simbolo di un valore sancito dalla Costituzione" ha detto, invocando, anche come presidente nazionale dell'Anci, l'articolo 12 dello stesso Dpr 121, dove si afferma che "l'esposizione delle bandiere dentro e fuori le sedi di Regioni e enti locali è oggetto dell'autonomia normativa e regolamentare delle rispettive amministrazioni". Ma Roma avrebbe fatto capire che dovrebbe esserci un regolamento formale, che Firenze non ha. "Spero solo - ha aggiunto Domenici - che non sia stata una interpretazione politica, del resto in contraddizione con la stessa linea del governo: non l'ha detto anche Berlusconi che bisogna fare tutti gli sforzi per difendere la pace?". La parola alla prefettura, che oggi potrebbe chiedere al sindaco di togliere la bandiera, ricordando che in caso contrario arriverebbe l'ufficiale giudiziario.
E mentre l'arcobaleno sventola ormai su moltissimi edifici di istituzioni (ieri l'hanno deciso i Comuni di Roma e Genova), compresi quelli di amministrazioni di centrodestra (come Comune di Taranto e Regione Puglia), le polemiche divampano.
Alla Regione Emilia Romagna il consigliere di Forza Italia Ridolfi ieri si è rifiutato di restare in aula per via delle bandiere messe alle finestre da consiglieri di Prc, Pdci e Verdi ("Per toglierle dovrete passare sul mio cadavere" ha replicato il capogruppo Prc Masella); e alla Regione Veneto l'assessore leghista Ermanno Serrajotto ha intimato ai partiti di sinistra di togliere gli arcobaleni dalle sedi dei gruppi.


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