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Repubblica-Napoli-La scuola si ferma contro i tagli

Ieri la manifestazione in Campania per il rinnovo contrattuale. Lavoro: rischiano in 1900 tra insegnanti e bidelli La scuola si ferma contro i tagli Mille prof alla Mostra, critiche ai sind...

25/03/2003
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la Repubblica

Ieri la manifestazione in Campania per il rinnovo contrattuale. Lavoro: rischiano in 1900 tra insegnanti e bidelli
La scuola si ferma contro i tagli
Mille prof alla Mostra, critiche ai sindacati: "Alzate la voce"

La rabbia: "Contratto scaduto da un anno e mezzo e il Tesoro non prevede stanziamenti"
"La nostra non è una battaglia corporativa Ormai siano come un'auto senza benzina"
BIANCA DE FAZIO

DUECENTOMILA docenti in piazza, in tutta Italia. Ma in Campania la manifestazione organizzata dai sindacati Cgil Cisl e Uil alla Mostra d'Oltremare ne ha contati poco più di mille, provenienti da tutta la regione. Niente cortei di professori, a Napoli. Ma bandiere tante. Non solo quelle ufficiali: il centro congressi dove i docenti si sono dati appuntamento per ribadire le ragioni dello sciopero ha visto più bandiere della pace che vessilli sindacali. Ed i colori dell'arcobaleno erano anche sugli abiti degli insegnanti, con le sciarpe, i foulard, i cappelli. Si parlava di riforma, di rinnovo contrattuale, di tagli, soprattutto. Ma in tutti gli interventi è risuonata l'urgenza di insistere perché in Iraq si depongano le armi. Gli insegnanti, invece, l'ascia di guerra non hanno intenzione di sotterrarla. Il contratto è scaduto da un anno e mezzo e il Tesoro non allarga i cordoni della borsa "neppure per il recupero dell'inflazione" spiega Daniela Colturani, segretaria nazionale della Cisl scuola. A lei i sindacati hanno affidato il compito di chiudere a Napoli la manifestazione. "Vogliamo che si riveda il decreto sui tagli (in Campania sono a rischio 1900 lavoratori tra Ata e prof), che si proceda, come da impegni assunti in passato, alle immissioni in ruolo di 21 mila precari. Berlusconi parlava di un'istruzione a 3 "i", Internet, Inglese e Impresa. Ora quelle tre "i" si leggono Inettitudine, Insipienza, Improvvisazione. Assicurò 19 mila miliardi di lire per ammodernare strutture e aggiornare i docenti. Non abbiamo visto speso un euro, anzi, continuano a drenare risorse. E la Moratti - prosegue Colturani - ci offre una riforma che contestiamo: una macchina senza benzina, un contenitore vuoto che chissà se riuscirà a riempirsi tra 10 o 20 anni".
Il tema della manifestazione resta, in Campania, il problema dei tagli. "Durissimi e fortemente penalizzanti per la scuola pubblica, che vede sacrificata la qualità" afferma Franco Buccino, segretario cittadino Cgil scuola. "Ma questo sciopero segna anche una linea di netto rifiuto delle scelte del governo in materia di mancati investimenti, di tagli e risparmi che provocano danni irreversibili alla didattica, quotidiana, al ruolo e alla funzione docente, con ricadute negative su tutti gli alunni" insiste Libero Tassella, coordinatore cittadino della Gilda. La manifestazione non era ancora finita che cominciava la guerra delle cifre: secondo il Ministero le adesioni allo sciopero non superavano il 38%, secondo i sindacati si andava dal 60 all'80%. I numeri definitivi si conosceranno nei prossimi giorni, intanto i sindacati napoletani hanno incassato, ieri, qualche contestazione da parte di alcuni docenti intervenuti alla Mostra d'Oltremare. Chiedono mobilitazioni più serrate e prese di posizione più dure, e, soprattutto, invitano i sindacati a non trasformare la lotta dei docenti in un affare corporativo: "Le lotte oggi in vigore vanno ben al di là delle rivendicazioni economiche" diceva ad esempio Arturo Montrone, del III circolo didattico di Ercolano. Da lui e da tanti la richiesta di saldare la protesta della scuola pubblica a quelle che stanno attraversando il Paese: contro il governo Berlusconi e contro l'intervento militare in Iraq.


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