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Repubblica-Napoli-Addio alla primina e all'asilo si va a 3 anni

Addio alla "primina" e all'asilo si va a 3 anni Il direttore regionale: "Nessuna deroga" "Le domande vanno restituite ai genitori" Annunciati rigorosi controlli sulle iscrizioni il limi...

24/01/2003
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la Repubblica

Addio alla "primina" e all'asilo si va a 3 anni
Il direttore regionale: "Nessuna deroga"

"Le domande vanno restituite ai genitori"
Annunciati rigorosi controlli sulle iscrizioni il limite di età previsto dalla legge è 6 anni. Ma alcuni dirigenti di istituto non fanno dietrofront
BIANCA DE FAZIO

GIRO di vite sulle scuole che hanno accettato le iscrizioni anticipate alle materne ed alle elementari. Quelle dei bambini che nel prossimo anno scolastico avranno solo 2 anni e mezzo o 5 anni e mezzo. Il direttore scolastico regionale, Alberto Bottino, annuncia controlli a tappeto persino nelle scuole private, quelle che sono ormai diventate paritarie (1100 in Campania). "Non possono infischiarsene della legge". E la legge stabilisce che alla scuola dell'infanzia vanno i piccoli di 3 anni, in I elementare quelli che ne compiano 6 entro il 31 dicembre del 2003. Sono fuorilegge, insomma, gli istituti che, con qualche scappatoia, hanno iscritto i bambini più piccoli. Le iscrizioni vanno restituite alle famiglie, i bambini dovranno restarsene a casa o all'asilo.
Ma qualche dirigente scolastico non ci sta. "Non ho nessuna intenzione di fare dietro-front. Posso non accettare più iscrizioni, ma quelle che ho già preso non le restituisco. I bambini me li tengo, la primina la faccio", afferma un capo d'istituto che ovviamente, per non incorrere nelle ire del direttore Bottino, vuol conservare l'anonimato. "Questo dirigente si assume la responsabilità di quanto farà - gli manda a dire Bottino -. Se scoprirò che non ha osservato la legge, il Ministero gliene chiederà conto. L'autonomia scolastica non vuol dire anarchia. Le leggi dello Stato vanno rispettate. Solo quando e se la riforma Moratti passerà - con gli anticipi dell'accesso alla scuola - riapriremo le iscrizioni. Ripeto: se mi troverò di fronte ad un caso di mancata osservanza della norma, se scoprirò la formazione di una primina o di una sperimentazione "inventata" per iscrivere i bambini più piccoli, provvederò nei confronti del dirigente di quella scuola".
Aspettative deluse, dunque, per tutti quei genitori che sulla primina ci avevano puntato, o che speravano di potersi sottrarre al giogo degli asili privati per il piccino di 2 anni e mezzo. Chi si vedrà restituire l'iscrizione alla I elementare non potrà allora che ingrossare le fila di quanti si rifugiano nelle scuole private? "Neanche per sogno - aggiunge Bottino -. Lo dico a tutto tondo: le scuole private, ormai diventate quasi tutte paritarie, devono rispettare la legge italiana. Programmerò io stesso controlli presso le paritarie perché non accada che iscrivano bambini nati nel '98".
È ancora il preside anonimo a ribattere: "Sono stato nominato dirigente col preciso compito di rispondere alle esigenze del territorio nel quale si trova la mia scuola. E tra le esigenze c'è quella di mandare prima i bimbi a scuola. Non intendo venir meno a questo che reputo un mio dovere". "Le esigenze del territorio non possono cambiare le leggi dello Stato" replica secco Bottino.
Che d'altra parte è già alle prese con i problemi che verranno quando la riforma Moratti anticiperà le iscrizioni (ai piccoli nati entro febbraio): "Riapriremo i termini per le iscrizioni, e dovremo studiare iniziative che risolvano i problemi logistici per ospitare i nuovi ragazzini. Mi preoccupano, in particolare, gli organici: avremo bisogno di più insegnanti. Probabile che io sia costretto a superare il contingente di maestre fissato dal Ministero. Lo farò, se necessario".


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