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Repubblica-Milano-Professori e studenti Basta con le bombe

IL CORTEO Gli universitari vogliono un'assemblea cittadina Professori e studenti "Basta con le bombe" gli striscioni In prima fila un lenzuolo nero di 50 metri quadrati in segno di lutto. Ma d...

25/03/2003
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la Repubblica

IL CORTEO
Gli universitari vogliono un'assemblea cittadina
Professori e studenti "Basta con le bombe"

gli striscioni In prima fila un lenzuolo nero di 50 metri quadrati in segno di lutto. Ma domina l'arcobaleno
gli insegnanti "Siamo preoccupati per il contratto che è fermo da 15 mesi, ma ancora di più dalla guerra"
gli slogan "Se si vuole aiutare non si deve bombardare". "Gli scontri uccidono donne e bambini"
La manifestazione da largo Cairoli a piazza Fontana. "Bisogna fermare il conflitto in Iraq". Lennon e Joan Baez la colonna sonora
ANDREA MONTANARI

Erano in quarantamila gli insegnanti e gli studenti a sfilare per le vie del centro. E la manifestazione, che in un primo era stata indetta per il rinnovo del contratto, si è trasformata invece in un messaggio contro la guerra. "No ai tagli, si alla pace" è stato, infatti, lo slogan del corteo milanese, il più grande tra quelli che hanno sfilato in tutta Italia, nonostante il Provveditorato abbia detto che in Lombardia hanno scioperato solo il 43 per cento dei docenti e il 31 degli ausiliari.
La manifestazione è partita da largo Cairoli e si è conclusa in piazza Fontana. È stato un corteo ricco di simboli: in testa un grande lenzuolo nero, un segno di lutto per le vittime del conflitto, con scritto: "No alle bombe". Di fronte al dramma della guerra in Iraq, il pur importante tema del rinnovo del contratto degli insegnati, la cui trattativa è bloccata da 15 mesi nonostante da 92 giorni i sindacati abbiano concordato con il ministro Letizia Moratti le risorse economiche per il rinnovo, è passato in secondo piano nella giornata di sciopero indetta da Cgil, Cisl, Uil e Snals. Lo si è capito subito dal contenuto della maggior parte degli slogan. "Fermiamo la guerra e gli assassini perché ammazzano le donne e i bambini", urlava un gruppo di ragazzi tra le prime file, mentre più indietro alcune insegnanti: "Se si vuole aiutare non si deve bombardare". Secondo il segretario generale di Cgil Scuola Enrico Panini: "Bisogna fermare la guerra. Da oggi fino a quando finirà il conflitto - ha proposto il sindacalista - in tutti i luoghi si deve discutere delle ragioni del conflitto con i ragazzi, con una particolare attenzione per i bambini".
Mentre da via Larga arrivava il corteo, in piazza Fontana gli altoparlanti diffondevano Imagine di John Lennon. Poi nessuno ha urlato più contro Berlusconi o il ministro Moratti: un impressionante minuto di silenzio ha preceduto i comizi. Quindi un rito liberatorio: i ragazzi hanno strappato in mille pezzi il lenzuolo nero contro le bombe. Ne hanno fatto tante palle arrotolate che hanno preso a calci, mentre in piazza veniva diffusa la canzone di Sacco e Vanzetti cantata da Joan Baez. In quel momento dal corteo principale si è staccato quello del coordinamento dei collettivi studenteschi, che ha proseguito per l'università Statale in via Festa del Perdono. La polizia ha impedito ai manifestanti di entrare nell'ateneo, ma una delegazione ha potuto consegnare al rettore Enrico Decleva un ultimatum con la richiesta di concedere entro le 17 di domani l'aula magna per un'assemblea cittadina contro la guerra, oltre all'autorizzazione ad esporre nell'università la bandiera della pace. In caso contrario il coordinamento minaccia l'occupazione dell'ateneo. Nello stesso momento in piazza Marilisa Pirovano, insegnante alla media "Casa del Sole Rinaldi" indossa un lenzuolo a mo' di mantello con sopra tante scritte contro la guerra. "È una riflessione che hanno fatto i ragazzi di tutte le seconde della scuola. Così hanno dato voce alle loro emozioni contro la guerra".
"Gli insegnanti non sono preoccupati solo per il contratto" dice Alessandra Modelli del liceo Beccaria. Poi ammette: "Vorremmo parlare di più della guerra con i ragazzi, ma non tutti i colleghi collaborano". Sullo sfondo rimane viva la questione del rinnovo del contratto: una situazione che la Cgil definisce "incredibile e inaccettabile". "Protestiamo contro i tagli voluti dalla Moratti e vogliamo garanzie per una scuola di qualità in Lombardia" dice il segretario regionale della Cisl Scuola Renato Capelli. Va oltre la Uil che denuncia: "Da oltre due anni le scuole non pagano le ore di straordinario e da oltre cinque i docenti passati di ruolo non hanno lo stipendio dovuto, nonostante gli istituti superiori abbiano chiuso il bilancio del 2002 con un avanzo di cassa non vincolato di 200mila euro, mentre quello per le medie e le elementari è stato di 50mila".


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