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Repubblica-Milano-La preside: i soldi servono alle statali

ESPERTO Francesca Lavizzari dirige l'istituto Cavalieri: bisogna migliorare le strutture La preside: i soldi servono alle statali "Io sono costretta addirittura a chiedere...

04/09/2003
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la Repubblica

ESPERTO
Francesca Lavizzari dirige l'istituto Cavalieri: bisogna migliorare le strutture
La preside: i soldi servono alle statali
"Io sono costretta addirittura a chiedere 35 euro ai genitori per usare i laboratori"
TERESA MONESTIROLI


Francesca Lavizzari, lei è preside alla scuola statale dal 1978 e ora dirige l'istituto comprensivo Cavalieri. Cosa pensa del nuovo bonus per chi frequenta le scuole private?
"È uno scandalo".
Perché? È contraria all'istruzione privata?
"Assolutamente no. I genitori devono essere liberi di scegliere dove mandare i figli a scuola".
E allora perché è scandalizzata?
"Prima di elargire soldi alle private lo stato dovrebbe occuparsi di sistemare quelle pubbliche. La maggior parte delle nostre non ha strutture adeguate. Gli edifici non sono a norma, mancano personale e strumenti didattici".
Dunque, priorità alle statali.
"Se poi avanzano soldi, che vadano pure alle private. Ma prima di tutto vorrei che ci permettessero di mettere in atto il nostro piano dell'offerta formativa. Nonostante sia la scuola dell'obbligo, sono costretta a chiedere un contributo volontario ai genitori di 35 euro per far funzionare i laboratori".
Le è mai capitato che un genitore ritirasse il proprio figlio dalla sua scuola per mandarlo in una privata?
"Mai".
E il contrario?
"Più di una volta".
Perché?
"Non hanno trovato quello che si aspettavano. Un esempio? Le classi erano troppo numerose e il tempo pieno un parcheggio".
Le famiglie che scelgono la scuola privata cosa cercano?
"Nel caso degli istituti religiosi spesso è una questione di ideologia. Ma, in genere, cercano un'utenza più selezionata e una maggior disponibilità di tempo".
Mentre nella pubblica cosa trovano?
"Un'utenza variegata che, a mio parere, è il vero pregio della scuola statale. In un istituto pubblico si trova di tutto, dall'extracomunitario al disabile, dal povero al ricco. E un ragazzo impara anche la cultura del diverso".
E poi?
"Un portone che, alle medie, chiude all'una e mezza. Molte famiglie scelgono le private perché tengono i ragazzi a scuola fino alle 18, offrono attività sportive, corsi di lingue ecc. È chiaro che è più comodo avere tutto in un unico posto".
I professori?
"Mediamente alla pubblica sono più preparati, ma alla privata più disponibili. I docenti da noi godono di una sorta di impunità mentre alle private vengono mandati via appena non funzionano".
Lei che scuole ha fatto?
"Statali".
E suo figlio?
"Statali. Tranne due mesi in una paritaria di ordine religioso".
Perché solo due mesi?
"Sono scappata. In classe erano 35, la professoressa di educazione tecnica bestemmiava in aula".


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