Repubblica-Lo specchio vero della società è la scuola

Lo specchio vero della società è la scuola

CORRADO AUGIAS

GENTILE Augias, ho lavorato dieci anni nei "centri studi". Sa cosa sono? I centri studi servono da serbatoi delle parificate, dove gli alunni vanno, previo esame di idoneità, a frequentare l'ultimo anno.
L'esame di idoneità consiste in questo: vengono passati compiti già fatti dagli insegnanti. Prima della seconda prova si chiede agli alunni l'iscrizione nella stessa scuola in cui stanno facendo gli esami.
Più di un mio alunno si è rifiutato di firmare e gli è stato negato l'accesso alla copia del compito. A rileggerli, questi compiti, si vedrebbe che sono tutti uguali.
Un mio alunno strappò il compito già fatto dalle mani del professore e disse che se avessero preteso l'iscrizione in quella scuola avrebbe portato il compito alla polizia. Voleva iscriversi in un altro istituto.
Chiamato dal preside, trovarono un accordo. Vuole che le dica i nomi di queste parificate o paritarie? Nei centri studi i professori sono pagati al nero, senza neanche la quota del "cococo", l'estate rimangono senza lavoro e possono essere licenziati in ogni istante. Dimostrare di averci lavorato è un'impresa.
Non le dico le scuole cattoliche. Ho ricevuto la lettera di una professoressa licenziata da una scuola cattolica perché incinta senza essere sposata. E i miei colloqui alle cattoliche glieli raccomando (anch'io ho un bimbo senza essere sposata). Bei difensori della vita!
Quali connivenze tengono in piedi tali sistemi? Me lo può spiegare? Ora i professori delle paritarie usufruiscono dello stesso punteggio di quelli delle pubbliche. D'accordo. Ma se lo Stato ammette questi centri studi, collegati alle paritarie o parificate, perché allora non facciamo un bel calderone e ci facciamo assegnare qualche punto anche noi che ci abbiamo dato il sangue?
Credo che la risposta sia: perché così si scoprirebbe il giro di soldi al nero. L'ordinamento che ci mette gli uni contro gli altri è forse un modo per controllare la scuola, ridurre i docenti "a volgo disperso" che tira a vivacchiare. Ma una scuola così è specchio di quale società?
Stefania Martani
eloisa_gi@yahoo.it
STEFANIA Martani mi chiede se so quali connivenze tengano in piedi un simile sistema. Non solo ignoro le connivenze ma francamente non sospettavo nemmeno l'esistenza di un simile esteso sistema di corruzione.
La denuncia mi sembra di tale gravità che confesso di sperare una cosa: che la professoressa Martani abbia scritto la lettera spinta da risentimento personale, esagerando le cose, dando come generale un sistema limitato a qualche caso particolarmente vergognoso di cui lei stessa o un suo alunno siano rimasti vittime.
Se al contrario la denuncia rispecchiasse davvero le dimensioni reali del fenomeno, allora sarebbe incurabile, a meno di una soluzione talmente drastica da diventare utopica: togliere ogni valore legale ai titoli di studio. Tagliare cioè alla radice il bisogno, o la voglia, di far avere a qualunque costo un "pezzo di carta" anche al ragazzo svogliato o incapace purché provvisto di sufficiente denaro. Le mie sono affermazioni ingenue e inutili, lo so benissimo.
Del resto dopo aver letto come si svolgono a Catanzaro gli esami per diventare avvocato, è chiaro che tutto è davvero possibile. La sola cosa che conosciamo benissimo è la società di cui questa scuola diventa specchio.