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Repubblica-Lega, la Corte dei conti boccia la scuola elementare padana

sindaco lumbard di Caravaggio condannato a restituire 250 mila euro di sovvenzioni Lega, la Corte dei conti boccia la scuola elementare padana Nel '98 l'istituto doveva chiudere per carenza di a...

29/07/2003
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la Repubblica

sindaco lumbard di Caravaggio condannato a restituire 250 mila euro di sovvenzioni
Lega, la Corte dei conti boccia la scuola elementare padana

Nel '98 l'istituto doveva chiudere per carenza di alunni ma il Comune la finanziò
FRANCO VERNICE

CARAVAGGIO - La bega ha inizio nel '98-'99, quando nella scuola elementare di Masano, piccola frazione alle porte di Caravaggio, terra bergamasca di Lega, restano solo trenta alunni. Troppo pochi, secondo le autorità scolastiche, per giustificare l'attività di quelle aule. Ma le famiglie del paese non ci stanno, protestano, chiedono aiuto. E l'aiuto arriva, a bordo di un Carroccio guidato dal sindaco leghista Ettore Pirovano che decide di mettere i soldi del Comune nel progetto di salvataggio della scuola. Negli anni, cioè fino al 2002, saranno più di 628 mila euro. La Corte dei conti, ora, dopo lunghi corsi e ricorsi amministrativi, ha chiamato il sindaco, che è anche senatore della Repubblica, e gli ha detto, più o meno: devi restituire quei danari, almeno in parte, 251.466 euro più spiccioli, perché lì, a Masano, non hai salvato una normale scuola dello Stato, ma ne hai aperta un'altra, una scuola Padana doc, una scuola di fatto privata, e un Comune, questo, secondo la legge, non lo può fare proprio.
All'inizio, per la verità, il Municipio e il suo primo cittadino avevano pensato ad una convenzione decennale con una associazione, la Aurora, che restituisse le aule a quei trenta bambini coi fondi comunali. E la Lega, racconta Laura Rossoni, capogruppo dell'Ulivo a Caravaggio, aveva battuto la grancassa, propagandando il nuovo istituto, la "Libera scuola di Masano" come culla del sapere bergamasco: dialetto, tradizioni, cultura e prodotti tipici locali. Insomma, un modello di istruzione di osservanza bossiana. "Le avevano fatto pubblicità anche sul loro giornale, il Sole delle Alpi", spiega Rossoni, capo della resistenza alla scuola leghista. Qualche genitore si armò di carte bollate. La delibera comunale venne impugnata. Intervenne il Tar e pronunciò il primo no, poi confermato dal Consiglio di Stato. Ma Pirovano, tenace, alla sua scuola non voleva rinunciare davvero, e tirò diritto per la sua strada celtica.
Per farlo, immaginò una soluzione un poco acrobatica: quella di Masano non è un'elementare come le altre, argomentò, è un'associazione culturale, meritevole pertanto dei quattrini municipali. Ma i suoi oppositori ulivisti e di Rifondazione non ci sentirono neppure da quell'orecchio e proseguirono a battagliare, "anche perché l'unica altra scuola di Caravaggio, la Merisi, viene lasciata in condizioni fatiscenti", spiega Laura Rossoni. Come è finita? Presto detto. La Corte dei conti ha scritto trenta paginette di censura, per aver tentato di aggirare la legge con quella mezza furbata dell'associazione culturale, e ha sollecitato sindaco e giunta a porre mano al portafogli insieme a quei consiglieri della maggioranza che sottoscrissero l'iniziativa. Rimborso, ma con lo sconto, perché, dopo tutto, una qualche attività didattica l'Aurora la sfornava davvero. E allora: rifondere il 40 per cento delle spese sostenute, con questa ripartizione: un quarto di quei 251 mila e più euro dovranno uscire dalle tasche dei consiglieri, gli altri tre quarti da quelle di sindaco e giunta.
Ettore Pirovano, ovviamente, non si piega senza reagire. Affila altri ricorsi, si prepara ad un nuovo scontro in appello e a un'agenzia dice: "Non so come la possano chiamare "scuola padana". Senza il nostro intervento quell'istituto non sarebbe mai tornato allo Stato. Siamo convinti della legittimità della nostra posizione".


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