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Repubblica-La scelta della classe a scuola nell'era della campagna acquisti -di Alba Sasso

La scelta della classe a scuola nell'era della campagna acquisti L'incontro tra bambini provenienti da differenti contesti sociali, geografici e culturali favorisce la crescita armon...

03/08/2003
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la Repubblica

La scelta della classe a scuola nell'era della campagna acquisti
L'incontro tra bambini provenienti da differenti contesti sociali, geografici e culturali favorisce la crescita armonica di tutti gli alunni all'interno dell'aula
ALBA SASSO


La formazione di classi di serie A e di classi di serie B, all'interno degli istituti scolastici della provincia di Bari rappresenta (quando avviene: non bisogna generalizzare) non soltanto una lesione a principi elementari d'eguaglianza e di democrazia, ma anche un fatto negativo per la qualità della didattica e dell'insegnamento.
Per interpretare fenomeni e dinamiche che possono scattare all'interno degli istituti scolastici, occorre ricordare che quello della formazione delle classi è un meccanismo molto complicato, che spesso deve contemperare diverse esigenze, non di rado in contrasto fra di loro, e deve trovare il giusto punto d'equilibrio fra criteri differenti.
All'esigenza soggettiva del genitore, che molte volte chiede esplicitamente che il figlio sia assegnato alla classe di quel particolare insegnante, si contrappone, infatti, l'opportunità di mantenere una situazione di disomogeneità all'interno di ciascuna singola classe. È l'incontro fra differenze - la creazione di un vero e proprio microcosmo sociale, formato da bambine e bambini di diverse provenienze ed estrazioni sociali e culturali- che favorisce una crescita equilibrata ed armonica di tutti, senza lasciare nessuno indietro, senza formare "zone" troppo omogenee di disagio o di eccellenza.
Bisogna poi tenere presente il criterio del sorteggio adottato spesso nella formazione delle classi: un criterio che, per forza di cose, ha una natura casuale, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso, e che può incontrarsi o scontrarsi, appunto, con le richieste dei genitori.
Fattori diversi, spesso dissonanti, che è difficile far combaciare e che danno il quadro dell'estrema difficoltà nella ricerca di un criterio oggettivo, capace di accontentare tutti, per la formazione delle classi.
Da ultimo, non vanno sottaciuti due elementi che possono contribuire a complicare ulteriormente le cose: la diminuzione complessiva delle leve scolastiche e l'aumento del numero degli alunni per classe. Insomma, meno classi complessivamente.
C'è una corsa a "accaparrarsi" iscrizioni come si denuncia da più parti? Forse. Ma molte volte i dirigenti scolastici agiscono con l'obiettivo di mantenere invariato il numero dei docenti della propria scuola. La verità è che nella scuola si sta pagando, a ogni livello, una riduzione di risorse umane, materiali e finanziarie. E si sta pagando con una guerra di tutti contro tutti perché la coperta è sempre più esigua. Basti pensare ai diritti che, in questo infiammato scenario estivo, finiscono col diventare conflittuali tra di loro: precari, personale Ata, lavoratori socialmente utili (Lsu), scuole in competizione una con l'altra. La riduzione di investimenti, la scelta di precarizzare il lavoro nella scuola stanno penalizzando, anche per questa strada - e molto seriamente - la qualità dell'istruzione pubblica in Italia.
deputato dei Ds


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