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Repubblica-La riforma-beffa della Maturità

La riforma-beffa della Maturità CORRADO AUGIAS GENTILE dottor Augias, aver fatto passare la riforma sugli esami di Stato è una vera vergogna. Collegando il 'ritocco' alla Finanziaria,...

19/05/2002
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la Repubblica

La riforma-beffa della Maturità

CORRADO AUGIAS

GENTILE dottor Augias, aver fatto passare la riforma sugli esami di Stato è una vera vergogna. Collegando il 'ritocco' alla Finanziaria, i politici ne hanno fatto un problema di risparmio senza rendersi conto dell'immoralità del provvedimento. Nel 1969 fu introdotta in via sperimentale una formula che prevedeva due sole prove scritte e due orali (in una rosa di quattro discipline) che negli anni ha provocato uno scadimento di contenuti. L'ex ministro Berlinguer ha cercato di porre rimedio allargando la prova a quasi tutte le discipline con una commissione composta al 50% da docenti interni e al 50% da esterni. L'attuale '#8216;maturità', con un solo rappresentante esterno per istituto, peggiora la già precaria preparazione dei giovani, fornisce ulteriore alibi a chi è convinto che la scuola non li prepari ad affrontare la vita. Il titolo di studio non dovrebbe avere solo valore documentale ma esprimere la reale preparazione di ciascuno. Solo con la presenza di commissari esterni, garanti per conto dello Stato della qualità degli studi, si avranno garanzie di trasparenza e qualità dell'offerta scolastica. Con questo provvedimento si è cercato ancora una volta (l'ennesima in questa legislatura) di tutelare gli interessi degli istituti privati dediti alla mercificazione dei diplomi. La signora Moratti sa con quali criteri viene data la parifica? Visti i risultati, non certo attraverso un'obiettiva valutazione. Allievi che hanno fallito più volte nelle scuole statali riescono, anche in un solo anno, a diplomarsi a pieni voti. L'ingiustizia è sotto gli occhi di tutti.
Mariangela Spera
Marigliano (Napoli) elvinjones82@libero.it
CARO Augias, l'articolo 33, 5° comma, della Costituzione è stato di fatto abrogato. Il nuovo regolamento degli esami di Stato, cioè una Commissione di soli docenti interni, porta gli studenti a concludere con uno '#8216;scrutinio'. Oltre ad abbassare il livello di preparazione e controllo, si sottraggono circa 250 euro netti a tutti quei docenti che sino all'anno scorso potevano fare i commissari d'esame in scuole diverse da quella di servizio. Nessuna forza sindacale o politica ha criticato questo scippo dalle tasche dei docenti né ha stigmatizzato questa grave abrogazione tacita della norma costituzionale.
Andrea Congiu

congiu.prof@tiscali.it
IL COMMA richiamato dal signor Congiu recita: "E' prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale". La formula Berlinguer per le commissioni d'esame bilanciava bene il controllo sulla qualità degli studi con la conoscenza che i membri interni avevano dei candidati traditi, a volte, dall'emozione o dalla sfortuna. Se i commissari sono tutti interni ogni forma di controllo cade. Nelle scuole private, anche le più scadenti, si userà la trionfalistica percentuale dei promossi come spot pubblicitario e anche come giustificazione delle salate rette d'ammissione. Il ministro Moratti, manager intelligente, ha ceduto in questo caso o alla pressione delle scuole private e confessionali o a una miope ottica di risparmio sottovalutando lo sfacelo della nuova formula e la possibile violazione del dettato costituzionale; sul quale sarebbe interessante ascoltare un parere autorevole.


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