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Repubblica-La Moratti come Ruggiero dovrebbe sbattere la porta

La Moratti come Ruggiero dovrebbe sbattere la porta" Berlusconi non vuole investire sulla scuola: non ha i soldi, e la sola cosa che potrà fare sarà tagliare Questo governo, in particolare la ...

04/08/2002
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la Repubblica

La Moratti come Ruggiero dovrebbe sbattere la porta"

Berlusconi non vuole investire sulla scuola: non ha i soldi, e la sola cosa che potrà fare sarà tagliare
Questo governo, in particolare la triplice Bossi-Fini-Buttiglione, ostacolerà qualsiasi progetto di riforma
Il ministro propone un pugno di idee plausibili ma talmente minime rispetto al problema che fanno quasi ridere
La sinistra dovrebbe capire che scuola e sanità sono i temi su cui aprire una stagione di aspro confronto
ZITA DAZZI

"Se io fossi la Moratti, mi dimetterei. Che altro può fare un ministro come lei, un tecnico che non è certo arrivato al governo come un biscazziere, di fronte a quel che è successo in consiglio dei ministri, di fronte alla ridicolizzazione delle sue proposte?". Massimo Cacciari è sempre stato molto critico sulla situazione della scuola italiana, ma all'indomani del clamoroso flop della riforma Moratti le sue parole diventano ancor più caustiche. "Il panorama dell'istruzione italiana è desolante e la vicenda della riforma Moratti non è che la dimostrazione lampante che questo governo, e in particolare la pericolosa triplice Bossi-Fini-Buttiglione ostacolerà sempre qualsiasi progetto di riforma. Persino le proposte della Moratti che pure non erano certo strategiche".
Se la Moratti si dimettesse, sarebbe un nuovo "caso Ruggiero", la ritirata di un altro ministro tecnico per l'incompatibilità politica con il resto del governo.
"Come l'ex ministro degli Esteri, la Moratti è un pesce fuor d'acqua in questo governo. E lo dico per un fatto semplice e palpabile. Come può andare d'accordo una come lei con An o con Buttiglione che considerano la scuola non come una comunità anche critica di studenti e di docenti, ma come una semplice appendice della famiglia? Quel poco di innovativo che la Moratti poteva proporre verrà sempre boicottato dal resto della ciurma".
Sembra di capire che lei comunque non disprezzi i contenuti della riforma Moratti.
"Credo che la scuola italiana, che vive nel caos e nella disorganizzazione completa, abbia bisogno di ben altro che quel miscuglio indecente di amenità e di ovvietà strombazzato dagli slogan del governo Berlusconi. Hanno voluto inizialmente far passare la riforma Moratti come una rivoluzione, ma si tratta di un pugno di idee plausibili, non certo risolutive. Questo governo non intende investire sulla scuola, l'unica cosa che potrà fare in materia sarà tagliare".
Perché secondo lei la Moratti è stata bloccata dopo l'iniziale entusiasmo?
"Non hanno i soldi. Come dice Berlusconi, non si possono fare le sperimentazioni con i fichi secchi. E dunque quella che doveva essere la rivoluzione, si riduce a una miniprova in poche scuole. Secondo me, l'idea di dare la possibilità ai bambini di cinque anni di entrare alle elementari sarebbe anche giusta, come quello di prevedere l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica fin dai primi anni di scuola. Ma si tratta di proposte talmente minime rispetto all'enormità dei problemi del sistema formativo italiano, che fanno quasi ridere".
E cosa pensa del ritorno al maestro unico alle elementari, che è uno dei pochi concetti sui quali la Moratti ha trovato vasto sostegno?
"Ma sì, anche quella è un'idea giusta. Anche ai miei tempi era così. Ma certo non è quello lo strumento decisivo. Queste sono solo barzellette e la Moratti non riuscirà nemmeno a raccontarle fino in fondo. La sinistra dovrebbe capire che la scuola, assieme alla sanità, sono i temi sui quali bisogna aprire una stagione di aspro confronto con Berlusconi. Perché queste sono le cose che toccano la gente, forse anche più della giustizia e del lavoro".
Non le sembra che questa vicenda, il litigio fra la Moratti, Giovanardi e Tremonti rappresenti uno smacco per la credibilità del governo, che tanto aveva puntato su questa riforma, a dispetto della sua impopolarità e di tutte le proteste che c'erano state?
"Stanno facendo una figura tremenda davanti al Paese, ma d'altra parte, era evidente che si sarebbero rimangiati tutto, perché l'unica loro necessità è quella di tagliare, non certo di investire sulla scuola, sulla formazione e sulla cultura. Non sono quelli i temi che interessano a questo governo. Con la devolution di Bossi adesso sferreranno l'attacco finale a quel che resta dell'autonomia scolastica, che era stata creata dal governi di centrosinistra".
Bisognerebbe tornare al modello della riforma Berlinguer?
"Il centrosinistra dovrebbe smettere di rimpiangere le riforme che non ha fatto. La legge Berlinguer conteneva alcune buone intenzioni, soprattutto in merito alla continuità e all'uniformità delle fasi del ciclo scolastico. Ma è necessario un nuovo progetto, serio, organico e complessivo per rimettere in moto la scuola, per ridarle autonomia e certezze sulle competenze, sugli assetti didattici e sui percorsi formativi".


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