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Repubblica-L'Italia non vuole la guerra"

Fiaccolate di pacifisti in tutta Italia. A Milano in corteo con Strada anche Gino Paoli e Jovanotti Migliaia in piazza con Emergency "L'Italia non vuole la guerra" Iniziative in duecento citt...

11/12/2002
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la Repubblica

Fiaccolate di pacifisti in tutta Italia. A Milano in corteo con Strada anche Gino Paoli e Jovanotti
Migliaia in piazza con Emergency "L'Italia non vuole la guerra"

Iniziative in duecento città e paesi. "La pace è troppo importante per lasciarla ai politici"
CARLO BRAMBILLA

MILANO - Gino Strada affronta il freddo siberiano della sera, alla testa della fiaccolata di ventimila pacifisti imbacuccati, dietro agli striscioni di Emergency, in giacchetta di velluto e sciarpa annodata al collo. "È una giornata politicamente molto calda e le temperature polari non mi spaventano". A scaldarlo è il successo delle manifestazioni per la pace indette dalla sua organizzazione, oltre che da Rete Lilliput, Libera, Tavola della Pace, contemporaneamente in 200 città italiane. Da Milano a Roma, dove migliaia di fiaccole sono state accese davanti al Colosseo. E poi Torino, Bologna, Firenze, Venezia, Palermo e un'infinità di centri minori. "Centinaia di migliaia, complessivamente, le persone che hanno aderito", secondo gli organizzatori, in mezzo alle vetrine natalizie e al caos del traffico, per urlare "Fuori l'Italia dalla guerra", "Non in mio nome".
Dietro a Gino Strada, che questa mattina verrà ricevuto in Vaticano dal Papa, lungo tutto il corteo, da piazza San Babila a piazza Fontana, attraverso piazza della Scala e piazza del Duomo, il popolo pacifista, fatto di famiglie al completo, molti bambini, nonni che spingono il passeggino. Ma anche tanti giovani. Ci sono le bandiere dei partiti, di Rifondazione, dei Ds, dei Verdi, dei Comunisti Italiani, dei Verdi. Quelle bianche delle Acli. Quelle gialle dei curdi. Quelle verdi di Lega Ambiente. Ma scompaiono, diluite in mezzo al mare di fiaccole portate da comuni cittadini.
Nel corteo, nascosto sotto a un cappellino con visiera, c'è anche Jovanotti, assediato dalle ragazzine, che gli chiedono un autografo, o gli passano il cellulare per fargli salutare un amico. "Sono per il pacifismo a tutti i costi - spiega sorridendo a chi gli sta vicino. - Certo. È questo il traguardo a cui dobbiamo puntare. Senza mezze misure". Più indietro, scuro in volto, ecco Gino Paoli. Non ha nessuna voglia di firmare autografi lui: "Non partecipo tutti i giorni a delle manifestazioni. Non scendevo in piazza, per un corteo, dai tempi della strage di piazza Fontana. Oggi lo faccio perché ho 68 anni. Una guerra l'ho già vissuta, quando ero bambino. E so cosa vuol dire. Dobbiamo fare tutto il possibile affinché l'Italia non partecipi a questa nuova folle avventura. La nostra Costituzione non lo consente. Come è possibile che i nostri governanti fingano di dimenticarsene?"
In piazza della Scala il corteo si infiamma per uno striscione contro la guerra messo da qualche ardito alle finestre di Palazzo Marino (e subito tolto dai commessi). Poi all'arrivo, in piazza Fontana, Gino Strada monta su un camion e sotto a quattro riflettori arringa la folla infreddolita che lo attende: "La pace è una cosa davvero troppo importante perché ad occuparsene siano i governanti". Applausi scroscianti.


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