Repubblica it-Epifani: "Vinta la sfida Peccato per Uil e Cisl"

Il discorso del neo segretario della Cgil a Torino
Fassino: "Mobilitazione contro la politica del governo"
Epifani: "Vinta la sfida Peccato per Uil e Cisl"
Angeletti: "In Italia non ci siamo accorti dello sciopero"
Bertinotti: "Un pezzo del sindacato ha ritrovato la sua strada"

TORINO - "Abbiamo vinto una sfida. Lo sciopero di oggi e le adesioni in tutta Italia ci dicono che abbiamo avuto ragione". Guglielmo Epifani parla davanti a un tappeto di bandiere rosse. Ad ascoltarlo in piazza San Carlo ci sono 200 mila persone. Ma siamo un milione in tutta Italia, aveva annunciato il neo leader della Cgil poco prima. Parla della crisi Fiat e dalla divisione del sindacato. "Guardo questa piazza e penso: peccato che non ci siano Cisl e Uil. Dico alle altre due organizzazioni: avete perso un'occasione", attacca il leader della Cgil. A distanza, polemico, gli risponde, a caldo, Luigi Angeletti, segretario generale Uil: In Italia, ironizza, "non ci siamo accorti dello sciopero".

Ma Epifani parla ai suoi e a una Torino scossa dalla crisi Fiat. Ai vertici del Lingotto pone una domanda e lancia un appello. "Crede davvero l'azionista della Fiat in quello che fa, nel futuro dell'auto? Se è così non metta nessun lavoratore in cassa integrazione a zero ore e non chiuda nessuno stabilimento nè al Nord nè al Sud. Chiamiamo l'azienda alle proprie responsabilità". "Se la Fiat ci crede fino in fondo - ha aggiunto - perché allora continua a sbagliare modelli, a non fare investimenti nella ricerca, a non avere una rete di distribuzione efficiente? Se invece come in fondo temo non ci crede, cosa si pensa di fare perchè l'industria dell'auto abbia un futuro?" "Abbiamo chiesto al governo - ha detto ancora Epifani - di intervenire, vogliamo un tavolo di confronto vero, senza trucchi, in cui il governo non giochi altre partite di scambio e non abbia altri fini che salvaguardare la nostra industria dell'auto".

A Torino c'è anche il segretario dei Ds, Piero Fassino. "E' uno sciopero contro la politica economica del governo - ha detto il leader dei Ds sfilando in corteo - che nelle ultime settimane si è caricato particolarmente alla luce della crisi Fiat". Lo sciopero di oggi, ha aggiunto il leader dei Ds, è "una lotta importante contro la politica economia del governo che ha fatto fallimento", ma anche contro una legge finanziaria "che ha suscitato proteste in tutti i settori della società italiana, a partire da quelli imprenditoriali". Fassino lancia anche un appello all'unità sindacale. Il fatto che questa giornata di sciopero sia proposta dalla Cgil, ha dichiarato, "non deve impedirci di guardare oltre e riprendere insieme il cammino dell'unità sindacale, perché i temi che stanno al centro della giornata di oggi, sono temi che riguardano tutti i lavoratori ed i cittadini italiani".

Per Fausto Bertinotti, anche lui presente in uno dei cortei del capoluogo subalpino la mobilitazione di oggi "è un segnale che un pezzo del sindacato ha ritrovato la strada giusta, perché in piazza ci sono i lavoratori che non ne possono più per ragioni di salario e occupazione". Il fatto poi che il sindacato abbia ritrovato la strada dello sciopero generale è - per Bertinotti - "una risorsa straordinaria per il Paese". Pungente la risposta del segretario di Rifondazione a chi gli faceva rilevare che una parte della sinistra non è d'accordo: "peggio per loro - è stata la risposta di Bertinotti - se non trovano l'accordo, non trovano neanche la strada per battere Berlusconi".