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Repubblica.it-Corteo pacifico degli studenti

Roma, la marcia di protesta contro la riforma Centro chiuso, Eur blindato dalla polizia Corteo pacifico degli studenti migliaia contro la Moratti La marcia dei giovani delle scuole romane si è c...

19/12/2001
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la Repubblica

Roma, la marcia di protesta contro la riforma
Centro chiuso, Eur blindato dalla polizia

Corteo pacifico degli studenti migliaia contro la Moratti
La marcia dei giovani delle scuole romane si è conclusa al Colosseo. Oggi il sit-in davanti al Palazzo dei congressi

di ANDREA DI NICOLA

ROMA - "Domani vedrete quanti saremo": in questa invocazione piena di speranze c'è un po' il senso dell'antipasto delle proteste anti Moratti andato in scena oggi a Roma. Diecimila studenti in un minicorteo che doveva lanciare l'assedio agli Stati Generali, meno di quanti ci si aspettasse (con gli organizzatori a pompare i niumeri "siamo almeno 20 mila") ma un buon numero per una "festa", come l'ha definita il prefetto del Mese che girava per il corteo come un papà sorridente. Poco per far vedere che la scuola è fuori dal "talk show" della Moratti, abbastanza per capire che domani sarà diverso.

Gli studenti romani si sono ritrovati a piazza Esedra dietro ad uno striscione unitario che recitava: "Liberiamo il sapere, assediamo gli Stati Generali" con la firma unitaria Studenti medi e universitari anbche se, forse, il senso politico era in uno striscione qualche metro più indietro. Uno stentoreo "Moratti falla finita" alzato dagli studenti dell'Einstein. A sfilare poi gli striscioni di alcune delle 29 scuole occupate e delle 42 in autogestione. Molti, provocando qualche mugugno, hanno preferito mantenere le posizioni negli istituti alla passeggita nel centro di Roma. Davanti a tutti un camioncino con la musica, unico apporto, oggi, dei centri sociali che hanno lasciato la scena ai ragazzi delle scuole.

Pochi gli striscioni, nessuna bandiera se non quella, immancabile, dei Cobas niente caschi in testa. Giusto qualche felpa nera con cappuccio alzato a coprire volti di ragazzini slogan duri ma improbabili in quelle bocche. Voglia di fare i duri con gli indumenti neri di pragmatica ma niente di paragonabile agli sfasciavetrine visti in azione in mezza Europa.

Il corteo è stato troppo corto per liberare la fantasia ma il cartello, enorme, "Vendesi scuola pubblica. Affare" merita la citazione. Qualche salto al ritmo di "chi non salta celerino è", un ricordo, anche questo immancabile, alla Roma campione d'Italia ("Il futuro della scuola siamo noi") sull'aria di "I campioni dell'Italia siamo noi", qualche corsa per via Cavour ma questa è tradizione dei cortei dei ragazzi delle scuole medie così come gli slogan irripetibili sui rapporti tra Berlusconi e la Moratti. Un ragazzo portava in giro un enorme canna, fuori tema ma molto apprezzata. Gli unici a scuotere la testa i carabinieri ai quali il finto spinello era stato offerto.

Insomma un'aria di grande rilassatezza. Con la polizia, in presenza d'obbligo, ma con i caschi alla cintola chiacchierando tranquillamente, che riconferma la gestione minimalista dell'ordine pubblica scelta già in occasione del corteo contro la guerra del novembre scorso.

"Una festa", ha riassunto felicemente il prefetto di Roma e, visto che siamo sotto Natale, con tanto di pandoro. E' successo quando a metà di via Cavour un ragazzo affacciato ala finestra ha risposto all'invocazione del corteo ("vieni giù, vieni giù manifesta pure tu") lanciando pezzi di dolce natalizio. Al Colosseo, fra i gladiatori oggi disoccupati per mancanza di turisti, il corteo si è sciolto in festa così come era cominciato. Prossimo appuntamento al sit in dei Cobas nel pomeriggio ma all'Olimpico gioca la Roma. Vincerà la passione politica o quella sportiva?


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