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Repubblica-GLI ESAMI DI GOVERNO

GLI ESAMI DI GOVERNO MICHELE SERRA CHE i temi della maturità possano riflettere l'aria che...

19/06/2003
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la Repubblica

GLI ESAMI DI GOVERNO
MICHELE SERRA


CHE i temi della maturità possano riflettere l'aria che tira, permeabili alle tendenze politiche e culturali dominanti, può essere discutibile ma non è uno scandalo. Fioccavano, negli anni passati, le riflessioni su Croce e Gramsci, lo spirito repubblicano era pane e lo storicismo companatico, il neorealismo e la letteratura civile del dopoguerra facevano capolino tra Leopardi e Verga. Diciamo '#8211; gentilmente '#8211; che quest'anno, Anno Terzo dell'era berlusconiana, s'è leggermente sbracato.
E la permeabilità (fisiologica) dei funzionari ministeriali agli orientamenti del momento si è trasformata nel desiderio (patologico) di compiacere il governo: tanto che la tradizionale dicitura "esami di Stato" appare decisamente soppiantata da quella, più appropriata, di "esami di governo" o, come direbbe il senatore Schifani, "esami di maggioranza". Non si spiegano altrimenti i due temi che hanno scatenato la comprensibile ira di mezzo Paese.
Nel primo fa il suo trionfale ingresso, tra i testi formativi della gioventù italiana, il "Libro nero del comunismo", base scientifica ideale per giustificare un tema sui regimi totalitari del '900 nel quale (riassumo) il fascismo viene presentato come una sgradevole robetta, il nazismo come una gran brutta faccenda e il comunismo come il Male Assoluto, Satana incarnato.
Nel secondo, un innocuo e interessante tema sull'acqua come risorsa fondamentale, il ministero è riuscito a inserire, incredibilmente, una frase di Berlusconi, tratta nientepopodimenoché dall'Introduzione alla Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
Se il primo caso (quello d'un tema sui totalitarismi che rovescia esattamente, in una democrazia nata dalle ceneri del nazifascismo e dopo la carneficina bellica causata da Hitler e Mussolini, il rapporto tra il rosso e il nero) è un classicissimo esempio di revisionismo storico applicato alla scuola, il secondo, quello della citazione di Berlusconi, noto esperto di questioni idriche, in un tema di politica ambientale, è un clamoroso esempio di cavoli a merenda. Spiegabile soltanto con lo zelo ottuso e controproducente di qualche pensatore ministeriale.
Non per caso, è stata soprattutto la citazione di Berlusconi - acqua fresca, appunto - a scatenare le reazioni più allarmate, seppure venate di ilarità. Mentre la beatificazione del Libro nero del comunismo, in mancanza di testi più accreditati, era infatti funzionale alla tesi politica di chi ha stilato il tema, la frasetta del premier sull'acqua potabile ha il solo evidente scopo d'omaggiarlo, e puzza terribilmente, e ridicolmente, di regime. Parola che va usata (vedasi il tema sui totalitarismi) con cautela, soprattutto per rispetto a chi ha sofferto sotto i regimi veri. Ma che tecnicamente indica in maniera appropriata quel salto di mentalità, quella resa psicologica che rende possibile un così ridicolo e appariscente caso di servilismo, per giunta in un atto pubblico significativo e a suo modo solenne come gli esami di Stato.
Potremmo dire che il secondo tema, quello sull'acqua berlusconiana, aggrava, e di molto, la posizione del primo. Perché svela, maldestramente, uno spirito propagandistico molto contingente, e molto cheap, che vanifica gli sforzi "scientifici" del neoanticomunismo da "Libro nero", e li riduce a pura sete di applausi per il beneamato premier. Fossimo in Berlusconi, saremmo furiosi con l'ideatore del tema idrico, grottesco episodio che mette alla berlina una corte ossequiosa e strafacente, incapace di capire il cattivo gusto e soprattutto il cattivo servigio reso a un Capo che è già padrone, governante, imprenditore, assicuratore, re del calcio, del cinema, dell'editoria, della tv, e oggi si scopre anche Regolatore delle Acque. Ne aveva bisogno?
Altra osservazione. Non crediamo che mai, prima d'ora, un presidente del Consiglio in carica sia stato citato nei temi della maturità. È un primato del quale Berlusconi, probabilmente, non ha colpa. Ma un leader si giudica anche, se non soprattutto, dalla classe dirigente della quale si circonda. Berlusconi è il responsabile dei berlusconiani e del berlusconismo. A giudicare dai temi di maturità, non è una responsabilità da poco.


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