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Repubblica-Genova-Troppe scuole degradate e pericolose

IL PIANETA ISTRUZIONE L'apertura dell'anno scolastico mette in luce i gravi problemi strutturali esistenti in molti istituti "Troppe scuole degradate e pericolose" La Provincia...

17/09/2003
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la Repubblica

IL PIANETA ISTRUZIONE
L'apertura dell'anno scolastico mette in luce i gravi problemi strutturali esistenti in molti istituti
"Troppe scuole degradate e pericolose"
La Provincia: indebitati per ristrutturarle ma il governo ci taglia i fondi
Il 70% dei fabbricati è stato messo in regola, ma restano gravi criticità
Entro la fine dell'anno prossimo le strutture non a norma dovranno essere chiuse
"Il calo di iscritti nelle professionali ha rischiato di far sparire indirizzi specifici"
GIUSEPPE FILETTO


IL PIATTO piange. "E le scuole costano, gli edifici hanno il loro prezzo per tenerli in piedi, ristrutturarli, metterli a norma e nelle condizioni di sicurezza richiede soldi e una certa programmazione da parte della Regione, per evitare una tragedia come quella di San Giuliano". Il presidente della Provincia, Alessandro Repetto, mette le mani avanti proprio nel giorno di battesimo dell'anno scolastico 2003/2004. "Sebbene Genova sia la città più avanzata sulla sicurezza nelle scuole, con il 70 per cento di edifici già messi a norma - precisa il presidente - rimane però un trenta per cento di criticità gravi, ma il Governo prima e la Regione dopo hanno tagliato i fondi".
Più preoccupante di così non poteva essere presentata la situazione delle scuole della provincia di Genova, anche se il presidente della Provincia e l'assessore all'Istruzione, Eugenio Massolo, ieri, nella Sala degli Arazzi di piazzale Mazzini, hanno assicurato che "non si corrono pericoli immediati, ma certo la presenza di edifici fatiscenti e degradati, l'assenza di impianti a norma ed uscite di sicurezza, in caso di terremoto potrebbero rivelarsi di estremo pericolo". Lamentano soprattutto la mancanza di quei 5 milioni ed 800 mila euro messi in programma per il 2004 e destinati essenzialmente all'edilizia scolastica. Dovrebbero servire, appunto, a sanare le situazioni più critiche: il liceo classico Colombo di via Bellucci, l'ex scuola Arecco di Manin diventata nuova sede del liceo scientifico Leonardo da Vinci, la succursale del classico Mazzini di Pegli, l'istituto superiore di Ronco Scrivia, la succursale dello scientifico King di via Era.
Le condizioni più precarie e forse insanabili con semplici interventi sarebbero però a Sampierdarena, nelle antiche ville (Palazzo Bellezza e la Fortezza) che ospitano il magistrale Gobetti e il professionale Casaregis; e al Vittorio Emanuele di Largo Zecca. "Per la caratteristica di questi edifici, non è facile intervenire - dice l'assessore - mentre è più opportuno pensare ad un cambio di collocazione, a reperire nuovi edifici: al Vittorio Emanuele si può pensare la destinazione dell'attuale sede del Nautico di piazza Palermo, quando questo sarà trasferito in Darsena e potrà diventare un punto di riferimento di primo piano per la marineria italiana". Ieri, intanto, sono state aperte le buste di affidamento della gara per i lavori di costruzione.
Lo stato più disastroso sarebbe al Convitto Colombo, consegnato quest'anno dallo Stato alla Provincia: "Senza neanche una lira", sottolinea il presidente Repetto. Tutto ciò mentre preme la scadenza per mettere a norma gli edifici scolastici, ormai relativamente vicina: entro il 31 dicembre del 2004 tutti dovranno rientrare nei limiti di sicurezza, altrimenti vanno chiusi. "Sebbene la Provincia abbia destinato il 60 per cento del suo indebitamento annuo per mettere a norma le scuole - aggiunge Massolo - e ponendo l'edilizia scolastica come priorità. Ma se non si trovano validi interlocutori sia in Regione, sia al Governo, situazioni come quella del liceo D'Oria, che aumenta i suoi iscritti e non ha spazi dove sistemarli, diventano ingestibili".
Di fronte a carenze strutturali simili, passa quasi in secondo piano snocciolare cifre e percentuali sulla popolazione scolastica dell'anno scolastico appena cominciato: 190 mila studenti in tutta la Liguria, 29596 nelle scuole superiori di competenza della Provincia, di cui circa 25 mila in quelle statali, 1604 in quelle comunali e 2059 in quelle private, che però Letizia Moratti, il ministro, per togliere quella patina ingombrante che le faceva sentire di serie B o comunque di parte, ha chiamato "paritarie". Se la situazione degli edifici scolastici, però, è quella descritta da Massolo e Repetto, perde senso insistere sulla Riforma Moratti, la sperimentazione triennale e l'offerta formativa che non c'è. "Peraltro - precisa l'assessore - senza un piano regionale e una legge che inquadri il sistema delle competenze per quanto riguarda la formazione, viene meno l'indirizzo degli studenti verso alcuni settori produttivi piuttosto che verso altri e il loro inserimento nel mondo del lavoro". Stando a quanto afferma Massolo, molte Regioni del Centro-Nord (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana) l'avrebbero già fatto, mentre la Liguria sarebbe ancora in alto mare: "Un ritardo che non ha un colore politico, ci sono ritardi nelle giunte regionali di destra e in quelle di sinistra".
Comunque, il trend di 26.000 allievi nelle scuole superiori pubbliche (dello Stato e del Comune) è ormai consolidato da circa cinque anni nella provincia di Genova, mentre sono in forte crescita i licei classici e scientifici, ma anche quelli socio-pedagogici (gli ex magistrali). Non c'è più oscillazione, non c'è versamento tra istituti tecnici e professionali da una parte e licei dall'altra. "La crisi dell'istruzione tecnica e professionale è confermata, dovuta soprattutto alla mancanza di certezze - precisa Massolo - non si capisce cosa saranno queste scuole con l'attuazione della Riforma, tanto che il calo di iscritti quest'anno ha rischiato di far sparire indirizzi specifici come gli Ottici del Meucci di Marassi e gli Orefici dell'Istituto d'Arte di Chiavari".


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