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Repubblica-Genova-Non rinunciamo a un diritto domenica andiamo a votare

REFERENDUM La scelta dell'astensione? Legittima ma poco democratica Non rinunciamo a un diritto domenica andiamo a votare La legge va abrogata: finanzia i privati e riduce le risorse per il di...

20/04/2003
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la Repubblica

REFERENDUM
La scelta dell'astensione? Legittima ma poco democratica
Non rinunciamo a un diritto domenica andiamo a votare

La legge va abrogata: finanzia i privati e riduce le risorse per il diritto allo studio
MINO RONZITTI*

Cara Repubblica, il 27 aprile i cittadini della Liguria saranno chiamati ad esprimersi, per la prima volta, su di un quesito referendario di carattere regionale. II referendum, previsto dalla Costituzione, è un importante strumento di garanzia per i cittadini. Considero quindi legittima, ma poco democratica, la posizione di chi sta facendo di tutto per invitane i cittadini all'astensione, o peggio, per far passare sotto silenzio l'esistenza stessa del referendum. La Giunta in questo senso ha le maggiori responsabilità, a partire da quella di aver scelto una data che scoraggiasse il più possibile la partecipazione popolare.
La democrazia e i suoi istituti sono un bene prezioso e ogni forma di partecipazione dei cittadini è un arricchimento politico - culturale che rende armonico e dialettico il rapporto tra "governanti e governati. Ciò a maggior ragione in tempi in cui pulsioni neoplebiscitarie sono molto forti. Si è poi detto che il referendum è un "costo" o addirittura uno "spreco" ma si è impedito di abbinare il referendum regionale (come avevamo proposto) con quello nazionale sull'articolo 18. Occorre quindi non svuotare mai gli istituti della partecipazione: come cittadino e come uomo delle istituzioni, mi sento in dovere di invitare tutti ad andare a votare.
La mia opinione sul merito del quesito è chiara e nota da tempo: bisogna abrogare una legge ingiusta, che finanzia solo le scuole private e allo stesso tempo riduce le risorse per il diritto allo studio. Le famiglie che non pagano almeno 500 euro all'anno per spese di iscrizione frequenza non avranno infatti diritto ad alcun rimborso: in pratica tutti quali che mandano i propri figli alla scuola pubblica non vedranno un euro; inoltre, per coprire il finanziamento del "buono scuola", saranno tagliate risorse destinate ai rimborsi per l'acquisto di libri di testo, per !e mense, per i trasporti, per i! materiale didattico. Il 27 aprile mi esprimerò pertanto per il Si; ma la cosa più importante, comunque la si pensi, è quella di non svuotare di significato una consultazione democratica: favorevoli o contrari ai "buoni scuola", invito tutti i cittadini della Liguria a non rinunciare all'esercizio del più importante dei loro diritti dì cittadinanza: il diritto di voto.

*vicepresidente del consiglio regionale della Liguria


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