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Repubblica-Genova-Buoni-scuola, l'ultima sfida

Una guida completa a cinque giorni dal voto sul referendum Buoni-scuola, l'ultima sfida nessuno si schiera per il no La Curia si astiene, la destra al mare La sinistra compatta per l'abroga...

22/04/2003
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la Repubblica

Una guida completa a cinque giorni dal voto sul referendum
Buoni-scuola, l'ultima sfida nessuno si schiera per il no
La Curia si astiene, la destra al mare

La sinistra compatta per l'abrogazione, la Margherita è divisa, il centrodestra è per l'astensione: si vota soltanto domenica
DONATELLA ALFONSO

TANTI spazi vuoti sui cartelloni elettorali issati in vista del referendum regionale: solo i manifesti che invitano a votare "sì" campeggiano sulla parte riservata ai partiti di sinistra, mentre le formazioni di centrodestra lasciano scoperti i loro spazi. L'ordine di scuderia, infatti, non è tanto quello di votare "no", quanto di convincersi che domenica 27 aprile sarà un'ottima giornata per andare al mare e quindi, facendo mancare il quorum, far morire il referendum di morte naturale. A una settimana dalla consultazione, facciamo il punto su cos'è il referendum, quali sono le diverse posizioni e come si vita.
Il quesito. "Volete voi l'abrogazione totale in tutto il suo articolato della legge regionale 20 marzo 2002 n.14 (Interventi regionali a sostegno delle famiglie per favorire il percorso educativo degli allievi delle scuole statali e paritarie) al fine di ristabilire il rispetto degli articoli 3, 33, 34, 117 della Costituzione Italiana?". Questa la domanda che gli elettori liguri troveranno domenica prossima sulla scheda che verrà loro consegnata ai seggi. Chi vuole abrogare la legge regionale promossa dalla giunta di centrodestra sui buoni scuola risponderà "Si", e chi invece vuole mantenere situazione attuale voterà "No".
La legge e il referendum. La legge 14 (consultabile sul sito www.regione.liguria.it) stabilisce che le famiglie che spendono tra 150 e 1000 euro per l'iscrizione e la frequenza scolastica per scuole statali e paritarie e che hanno un reddito fino a 40 mila euro, detraibile di 10 mila euro per ogni figlio a carico e di 20 mila per i disabili, possono avere tra il 50 e il 75% di rimborso (se c'è un figlio disabile). Di fatto, visti i costi e i redditi, l'assegno di studio va solo a ci frequenta scuole private: nell'anno 2002 i buoni scuola hanno infatti riguardato 2635 allievi delle private. La Cgil nel corso del 2002 ha promosso insieme a numerosi altri soggetti (Ds, Sdi, Prc, Verdi, Comunisti Italiani, Uil, Cobas, Genitori Democratici, Arci, Sinistra Giovanile, Studenti in Movimento, Rdb) una raccolta di firme per arrivare ad un referendum abrogativo della norma, ritenuta contraria agli interessi della scuola pubblica e delle famiglie meno abbienti.
Gli schieramenti. Il referendum, con 64 mila firme, è stato giudicato ammissibile; la sua collocazione al 27 aprile da parte della Regione, nel bel mezzo del lunghissimo ponte di primavera, ha suscitato proteste veementi da parte della sinistra, ma non c'è stato nulla da fare per le richieste di abbinarlo a quello che si dovrebbe svolgere in giugno sull'articolo 18 o alle elezioni amministrative che a metà maggio si svolgono in alcuni comuni liguri. La giunta regionale, attraverso il suo presidente Sandro Biasotti, ha già fatto sapere di scegliere l'astensione, di fatto non avviando iniziative di sensibilizzazione verso il referendum, come chiedeva la sinistra. Quindi centrodestra astensionista, mentre la sinistra è tutta schierata per il sì, e il mondo cattolico è diviso tra il "no" e l'astensione. Sono infatti le scuole cattoliche le maggiori beneficiarie dell'assegno scolastico; per questo la Margherita, pur facendo parte del centrosinistra, non ha preso una posizione decisa (aveva dato il via libera alla legge anche al momento del varo, in Regione), e lascia una silenziosa scelta personale ai suo aderenti. La Curia, infine, invita apertamente all'astensione, come ha chiarito una presa di posizione del Settimanale Cattolico.
Il voto, quando e come. Si vota soltanto domenica prossima, 27 aprile, dalle 8 alle 21; lo scrutinio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi, per avere un risultato definitivo già prima della mezzanotte. Per essere valido, il referendum deve raggiungere il quorum del 50,1%, quindi portare alle urne 690 mila elettori liguri. Per votare bisogna presentare, oltre a un documento di identità valido, la tessera elettorale che ci è stata consegnata omai due anni fa (quella che facilmente finisce "perduta" in qualche cassetto), perché non arrivano più a casa i certificati elettorali. Se si è smarrita la tessera si può richiederla immediatamente all'Ufficio elettorale di corso Torino (dalle 8,10 alle 19 fino a sabato 26, dalle 8 alle 21 domenica 27) o negli uffici di delegazione (8,10-13 sino a sabato, 8-21 domenica); stesso discorso per le carte di identità(da domani al 24 dalle 8,10 alle 17 e sabato fino le 19; domenica dalle 8 alle 21 in corso Torino; negli orari indicati sopra per le delegazioni).


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