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Repubblica-Firenze-Boicottaggio, comunista? Il Dante smentisce Tortoli

Boicottaggio, comunista? Il Dante smentisce Tortoli Il preside accoglie con un sorriso l'accusa di "comunista" alla collega. I docenti reagiscono e respingono ogni accusa di discriminazione. Al...

29/05/2003
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la Repubblica

Boicottaggio, comunista? Il Dante smentisce Tortoli

Il preside accoglie con un sorriso l'accusa di "comunista" alla collega. I docenti reagiscono e respingono ogni accusa di discriminazione. All'origine, solo un compito di greco
MASSIMO VANNI

"Quella professoressa lì, comunista? Ah, ah, ah", ride reclinando la testa all'indietro il preside Elio Bruno. "Il bello è che hanno sempre detto di noi il contrario", sorride anche la vicepreside Viviana Viviani evocando l'immaginario popolare di "scuola di destra". Liceo classico Dante di piazza della Vittoria. La prima risposta alle parole del sottosegretario e coordinatore regionale di Forza Italia Roberto Tortoli, che denuncia un "boicottaggio" nei confronti della figlia da parte di una "professoressa comunista", è quella dell'ironia.
Come può un banale episodio di vita scolastica quotidiana diventare un teorema politico buono a dimostrare che questa è una città di comunisti? "Parole in libertà", scuote la testa Anna Ricca, l'insegnante di inglese che ha avuto come alunno l'altro figlio di Tortoli. "E' successo che ha trasferito la figlia e poi, preso dall'enfasi, ha detto quelle cose nel mezzo di un discorso politico", è la reazione immediata di un corpo docente che, all'improvviso, si è trovato catapultato in mezzo alla polemica politica.
Poi però, poco a poco, si fa strada la consapevolezza che le parole hanno un peso. Che dietro l'enfasi politica c'è anche altro: l'accusa pubblica di boicottaggio, l'uso sprezzante in puro stile berlusconiano della parola "comunista", i dubbi sulla credibilità dei docenti e della scuola da parte di un esponente del governo nazionale. E, nel giro di qualche giorno, il "Dante" reagisce. Non solo la professoressa chiamata in causa da Tortoli (vedi sotto), ma anche i 27 professori che hanno firmato un documento di smentita (vedi riquadro).
"Ho dovuto portare mia figlia Costanza a studiare a Roma per via di una professoressa comunista, in questa città la boicottavano", ha detto venerdì scorso Tortoli. Non in privato ma al microfono del palazzo dei congressi, davanti a 250 persone, nel tentativo di spiegare perché Forza Italia e il centrodestra devono giocarsi fino in fondo la "battaglia per Firenze", la disfida elettorale della prossima primavera. La figlia portata al Sacro Cuore di Roma perché boicottata? Da una professoressa comunista? "Studiava al liceo Dante e sapevano che era mia figlia", aggiunge il sottosegretario. Quanto all'appartenenza politica, nessun dubbio: "Una professoressa che si comporta così non può che essere comunista", è l'equazione di Tortoli.
Irene Mazzocca, insegnante di latino e greco nella classe della figlia del sottosegretario, la professoressa accusata di Tortoli, smentisce il boicottaggio e anche la supposta fede comunista. Non a parole ma con un documento firmato. Ma qual è l'episodio che ha spinto il capo di Forza Italia a denunciare un "boicottaggio" politico? Tutto nasce dal compito in classe di greco: la professoressa si accorge che manca dal pacco il compito di Costanza e chiede ragione alla studentessa della mancata consegna. Dopo qualche giorno il compito compare sotto lo zerbino di casa dell'insegnante, che chiede a Costanza di ripetere la prova. La studentessa smentisce di aver messo il compito sotto lo zerbino e, nell'orario di ricevimento, la madre sostiene che la prof avrebbe messo in discussione la buona fede della figlia. Tutto qui. Ma da quel momento Costanza non si presenta più al Dante: si è trasferita al sacro Cuore di Roma.
"Un liceo linguistico, segno che era il percorso scolastico a non andare bene, non certo l'episodio del compito", fa presente la vicepreside Viviani, prima firmataria del documento dei 27 docenti. Non è mai facile per un corpo docente entrare nell'agone politico: c'è sempre il rischio di esporre la scuola che non può disgiungere la serenità dalla funzione educativa. Ma questa volta c'era la stessa immagine della scuola in ballo. E il sottosegretario Tortoli deve adesso incassare la netta smentita.
LETTERA
La professoressa accusata di boicottaggio e di essere "comunista" dà la sua versione dei fatti
Quel compito di greco... "Tortoli vuole diffamare"

"All'epoca dei fatti, non ero a conoscenza dell'esistenza dell'onorevole"
"E' stato deformato un episodio usando il linguaggio della propaganda politica"
IRENE MAZZOCCA

L'autrice è la professoressa accusata dal sottosegretario Tortoli
"A rettifica delle dichiarazioni fatte dall'onorevole Roberto Tortoli e riportate dal vostro quotidiano nel numero di domenica scorsa, tengo a precisare quanto segue: all'epoca dei fatti, risalenti al mese di novembre 2002, non ero a conoscenza dell'esistenza dell'onorevole Tortoli e che l'alunna in questione ne fosse la figlia, in quanto non è mia abitudine chiedere informazioni sull'attività professionale e sulla militanza politica dei genitori dei miei alunni.
I1 "boicottaggio" nei confronti della propria figlia di cui mi accusa l'onorevole Tortoli è da riferire all'episodio di una prova scritta di greco, che non risultava consegnata dall'alunna; di tale episodio avevo parlato con riservatezza e discrezione alla ragazza, senza rivolgerle alcuna accusa specifica, invitandola a sostenere un'altra prova nel suo interesse e per correttezza verso i compagni di classe. Successivamente, nel corso del colloquio settimanale di ricevimento dei genitori, la madre dell'alunna si rivolgeva all'insegnante con toni alterati e risentiti, mentre l'insegnante la invitava a ridimensionare l'episodio dal momento che si trattava di un fatto che poteva rientrare in una situazione di tutta normalità. Dopo tale colloquio la studentessa non ha più frequentato le lezioni e non ha dato agli insegnanti più notizie di sé, finché la famiglia è stata sollecitata a dare comunicazione in merito: solo allora abbiamo appreso che l'alunna frequentava un altro istituto (le data ufficiale del passaggio ad altra scuola è il 13-12-2002).
Sul decorso della vicenda ho tenuto regolarmente informato il dirigente scolastico professor Elio Bruno. Da tutto questo si rileva che il contrasto con la famiglia Tortoli è sorto da un unico episodio dì normale vita scolastica di fronte al quale ritengo di aver assunto un atteggiamento professionale.
Quanto alle dichiarazioni dell'onorevole Tortoli sul "boicottaggio" della propria figlia e sulla mia presunta militanza comunista, appartengono al linguaggio della strumentalizzazione e propaganda politica con cui si è voluto deformare ed enfatizzare un solo episodio di comune vita scolastica, nell'intenzione di screditare e diffamare un'insegnante che rivendica di fare onestamente e seriamente il proprio lavoro".
DOCUMENTO
"Strumentalizzazione" dicono 27 prof

Ecco il documento sottoscritto da 27 docenti del Liceo ginnasio statale Dante a proposito del "boicottaggio" nei confronti della figlia denunciato dal sottosegretario Roberto Tortoli durante la conferenza programmatica di Forza Italia, tenuta venerdì scorso nell'auditorium del palazzo dei congressi.

"I docenti del liceo Dante esprimono la propria stima e solidarietà alla collega Irene Mazzocca. Fanno presente l'assoluta inconsistenza delle accuse a lei rivolte e sottolineano che comportamenti di discriminazione nei confronti di alunni non hanno mai trovato tolleranza nella vita dell'istituto. Pertanto respingono ogni tentativo di strumentalizzare a fini politici (come dimostrano il luogo e le circostanze scelti per l'accusa) l'attività scolastica e la propria funzione di educatori".

Segue l'elenco delle firme di 27 docenti del liceo Dante. In testa all'elenco quella della vicepreside del Dante


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