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Repubblica-Finanziaria, primo ok alla Camera ma l'Ulivo lascia la Commissione

viceministro dell'Economia Baldassarri: una buona manovra senza possibili alternative Finanziaria, primo ok alla Camera ma l'Ulivo lascia la Commissione "Governo senza una sua linea". D'Amato atte...

27/10/2002
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la Repubblica

viceministro dell'Economia Baldassarri: una buona manovra senza possibili alternative
Finanziaria, primo ok alla Camera ma l'Ulivo lascia la Commissione
"Governo senza una sua linea". D'Amato attende le correzioni

LUISA GRION

ROMA - Dalle schermaglie all'abbandono. Che in Commissione Bilancio alla Camera - dove ieri è stato dato il via libera alla manovra (da giovedì in aula) - il clima fosse pessimo lo si era capito già venerdì sera con lo scontro sul Sud fra Miccichè e i Ds. Il viceministro aveva dichiarato che l'Ulivo aveva "truffato il Mezzogiorno" e che quindi "era da rottamare". E Rifondazione in segno di protesta per i toni usti nel dibattito aveva abbandonato l'aula.
Ieri, ad andarsene è stato invece l'intero centrosinstra "seccato" e "amareggiato" per i continui rinvii alla discussione in aula che "hanno reso praticamente inutile il lavoro della Commissione". Così spiega la scelta di abbandonare i banchi Gianfranco Morgando della Margherita: "Una cosa del genere non si era mai vista - dice - si discuteva senza avere indicazioni sulla linea del governo e quindi senza la possibilità di prendere alcuna decisione. Il governo non sapeva cosa fare se non rimandare al maxiemendamento: così sul Sud come sugli enti locali, questioni fondanti della Finanziaria". Accuse mosse dall'opposizione intera che la maggioranza non ha colto. "Non c'è stato un reale scontro sulla Finanziaria che abbia giustificato l'abbandono dell'aula. E' stata una presa di posizione politica" ha detto il presidente della Commissione Giorgio La Malfa. "Non si può discutere presentando tremila emendamenti" ha aggiunto Giuseppe Vegas, sottosegretario all'economia.
Uscita l'opposizione, comunque, la manovra è stata licenziata in tempi brevi e quasi senza ritocchi (a parte una discreta maretta sull'emendamento - rinviato all'aula- che chiedeva deroghe al blocco delle addizionali degli enti locali).
Ora, giovedì prossimo, approderà al Palrlamento, sede che il vertice di maggioranza convocato da Berlusconi nei giorni scorsi ha decretato come "adatto" per affrontare i tanti nodi ancora aperti del provvedimento ( in aula si può sempre bypassare gli stop and go chiedendo il voto di fiducia). Prima di tale data resta comunque da discutere con le parti sociali il maxiemendamento che il governo si prepara a varare. L'appuntamento è in calendario per martedì prossimo e Confindustria sta preparando il terreno del dibattito. "Chiederemo una forte correzione di rotta per quanto riguarda le politiche sul Mezzogiorno"ha detto il presidente degli industriali D'Amato.
Quanto ai commenti sui contenuti del provvedimento stesso si va - restando nella maggioranza - dalla positività di Mario Baldassarri alla perplessità di Pier Ferdinando Casini, (passando attraverso la richiesta inviata via lettera a Berlusconi dal presidente Rcs Cesare Romiti che chiede interventi d'urgenza sui beni culturali). Per il viceministro dell'Economia: "E' una buona Finanziaria ma soprattutto è un provvedimento che non aveva e non ha alternative". Il presidente della Camera , già critico nei giorni scorsi, ha chi gli ha chiesto un commento sui tagli all'Università , ha risposto invece con una citazione: "Intelligenti pauca", per le persone intelligenti bastano poche parole.


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