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Repubblica-Dialetto, piatti tipici, leggende così cresce lo studente lumbard

LE CURIOSITÀ Milano, polemiche sulla devolution scolastica dell'assessore regionale alla cultura Dialetto, piatti tipici, leggende così cresce lo studente lumbard Il progetto di "istruzione ...

22/02/2003
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la Repubblica

LE CURIOSITÀ
Milano, polemiche sulla devolution scolastica dell'assessore regionale alla cultura
Dialetto, piatti tipici, leggende così cresce lo studente lumbard

Il progetto di "istruzione padana" del leghista Ettore Albertoni prevede diecimila vocabolari e grammatiche della lingua lombarda
PIERANGELA FIORANI

MILANO - La devolution è stata approvata in Parlamento due giorni or sono, ma in Lombardia è cominciata due anni fa. Ai ragazzi padani viene insegnata sui banchi di scuola. Naturalmente la scuola del Carroccio. Loro, devono studiarla, come vuole il progetto didattico che porta la firma del professor Ettore Albertoni, assessore regionale alle culture, identità e autonomie. Albertoni, leghista doc, ha dettato la linea per insegnare ai più piccoli che cosa significa essere parte integrante del proprio territorio, anzi addirittura una emanazione della propria terra. In contrapposizione netta con la scuola del passato che "impartiva un'educazione omologata e omologante secondo un modello culturale di politica educativa e formativa standardizzato e centralizzato". Detto fatto. Albertoni, con il via libera della giunta, ha ordinato di distribuire in tutte le classi della scuola dell'obbligo un vocabolario e una grammatica della lingua lombarda. Un libro per ogni provincia, diecimila copie.
Qualche giorno fa il centrosinistra del Pirellone ha provato a sollevare il problema in consiglio regionale. Albertoni ha risposto con una relazione di quattordici pagine, spiegando che mai come adesso il territorio va difeso, poiché "con il suo patrimonio culturale rappresenta prima di tutto un valore morale in una comunità nazionale che sta subendo l'alienante quanto pericolosa sfida della globalizzazione". La scuola padana spazia nei più disparati campi del sapere locale: dalla scrittura all'ambiente, dalla salute alla religione, dai dialetti ai diritti tradizionali. Lo studio della salute nelle scuole lombarde richiede la conoscenza delle cure con le erbe, delle pomate vegetali e delle loro qualità terapeutiche. Anche i cibi hanno una parte importante, ecco perché i ragazzi devono studiarne la preparazione, la conservazione, la consumazione. Né può essere dimenticata la religione con le sue ritualità che attraversano l'intera vita umana, dalla nascita alle veglie funebri. Anche miti e scongiuri non potranno essere ignorati dal perfetto studente lombardo che fin dalla prima elementare dovrà essere educato alla "conoscenza e alla visitazione di credenze popolari, leggende e superstizioni". Nero su bianco gli studenti vengono messi in guardia contro la cultura generale "che se non è in grado di nutrirsi e di vivere dei contributi vitali di ogni cultura locale rischia davvero di diventare il pauroso Leviatano del terzo millennio".
E per finire la cultura lombarda deve abbeverarsi a una sola fonte, quella celtica. Le sue tracce sono ovunque, percorrono l'Europa e grandi studisosi, da Tito Livio a Dionigi di Alicarnasso, le hanno riscontrate "scientificamente" sul territorio lombardo, tanto che c'è un simbolo, spiega Albertoni, che unisce lombardi e irlandesi in un patto di sangue a confermare "la vicinanza eziologica e contadina di popoli geograficamente distanti": è la zucca di Halloween. La devolution va avanti.


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