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Repubblica-Ciampi difende la scuola statale

Ciampi difende la scuola statale "Nella Costituzione i valori che uniscono gli italiani" Il presidente della Repubblica al Vittoriano alla inaugurazione del nuovo anno scolast...

17/09/2003
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la Repubblica

Ciampi difende la scuola statale
"Nella Costituzione i valori che uniscono gli italiani"
Il presidente della Repubblica al Vittoriano alla inaugurazione del nuovo anno scolastico
Da tutta Italia millecinquecento studenti. Il capo dello Stato rilancia i valori della Carta
GIORGIO BATTISTINI


ROMA - Ciampi difende la Costituzione che Berlusconi vuol modificare. I "valori che uniscono i cittadini italiani sono proclamati solennemente nei primi dodici articoli" della Carta, ricorda. Quelli non si toccano. Per il resto, "ritocchi" sono possibili aveva ammesso appena cinque giorni fa parlando ai giornalisti sulla nave San Giorgio, in Sardegna. Purchè non s'intacchi "l'anima" della Carta. Il "cemento", aveva detto l'8 settembre, "che tiene unite le nostre genti, la nostra nazione, la nostra patria". E difende la scuola statale, voluta dalla stessa Costituzione, rettificando eccessi "privatistici" di questo governo.
Un "cemento", quello che tiene insieme la suprema Carta, fatto di "principi semplici, chiari, scolpiti nei nostri cuori, proclamati solennemente nei primi dodici articoli della Costituzione", appunto. Il presidente li elenca, dal Vittoriano, in un ripasso ad alta voce, anche per ricordarli al Consiglio dei ministri che sta per riunirsi poco lontano. E dunque la Costituzione "intoccabile" è quella che garantisce "democrazia; diritti inviolabili dell'uomo; doveri inderogabili di solidarietà; eguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini davanti alla legge; diritto e dovere al lavoro; unità indissolubile della Repubblica nel rispetto delle autonomie locali; promozione della cultura; difesa della Patria; impegno per la pace".
Il capo dello Stato parla quattro ore prima che da palazzo Chigi esca l'annuncio d'un dettagliato progetto per mettere le mani sulla Costituzione. Accomodandola e aggiustandola sulle vedute della destra al governo. Assicurano che Ciampi fosse stato informato sul disegno di legge presentato da Berlusconi al Consiglio dei ministri. E che il discorso di ieri fosse stato pensato già da agosto. Eppure le parole che pronuncia nella cornice solenne del Vittoriano, l'altare della Patria, inaugurando il nuovo anno scolastico, sembrano far da scudo alla Costituzione stessa. Da quello scenario bianco di marmi, ravvivato dai colori accesi di 1500 studenti arrivati da tutto il Paese, da quel monumento simbolo "dell'eredità di valori" consegnati dal Risorgimento (le cui "fondamenta sono incise nel marmo: unità della patria, libertà dei cittadini") il presidente parla di Costituzione. Quasi solo di Costituzione. Ancora una volta, dopo che nei giorni scorsi l'aveva definita "valida, viva, vitale".
Il quarto saluto agli studenti diventa quasi un elogio della Costituzione. "L'orgoglio d'essere italiani", certo, valorizzando le "matrici comuni" con gli altri giovani dell'Unione. Ma questo è soprattutto l'anno in cui "si ricorda l'inizio d'un complesso e doloroso passaggio della nostra vita nazionale, conclusosi positivamente" con la Costituzione. "Leggetela, commentatela coi vostri insegnanti", suggerisce, invitando a "esserne "orgogliosi, come per il Tricolore e l'inno di Mameli". Quella Carta, "costruita su solide basi, ci unisce da oltre 50 anni in un patto di cittadinanza comune". Quella Carta "assegna alla Repubblica il compito di dettare le norme generali dell'istruzione; istituire scuole statali per ogni ordine e grado; assicurare ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di accedere ai gradi più alti degli studi". E' una solenne difesa della scuola pubblica davanti ai ministri d'un governo (Moratti, Martino, Buttiglione) sbilanciato verso quella privata. Una difesa iniziata lo scorso anno, nel'analoga occasione, quando Ciampi s'era espresso a favore dei "principi di garanzia del diritto all'istruzione e all'equità sociale propri della funzione pubblica".


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