Repubblica-Anno nuovo, vecchia scuola,debutta la riforma che non c è
RITORNO IN AULA Anno nuovo, vecchia scuola debutta la riforma che non c'è Gli alunni attesi solo dall'ennesima mini sperimentazione Pochi soldi, decreti in ritardo: il progetto Moratti fer...
RITORNO IN AULA
Anno nuovo, vecchia scuola debutta la riforma che non c'è
Gli alunni attesi solo dall'ennesima mini sperimentazione
Pochi soldi, decreti in ritardo: il progetto Moratti fermo al palo
Il ministro si è dovuto limitare a fare appello agli istituti perché ci provino
L'insegnamento di informatica e inglese alle elementari non è altro che una speranza
ROMA - A che punto è la riforma Moratti? È ferma ai blocchi di partenza. Malgrado gli annunci mediatici continui, anche quest'anno nulla cambierà nella scuola italiana. Il primo decreto attuativo, quello sulla scuola elementare, è stato cancellato per l'ennesima volta, giovedì scorso, dall'ordine del giorno del Consiglio dei ministri.
I telegiornali, in questi giorni, annunciano che "partirà l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica in prima elementare". Ma le cose non stanno così. A fine luglio il ministro Moratti ha firmato un decreto in cui invita "nell'ambito dell'autonomia scolastica e per le scuole che sono in grado" di partire con due ore a settimana, una d'informatica e la seconda d'inglese. Non è un obbligo, ma una speranza. Dove sono gli insegnanti? Mistero. Dove sono i soldi? Mistero numero due. Tutto si risolverà quindi con una seconda sperimentazione dopo quella dell'anticipo scolastico.
Ma cosa prevede il primo decreto attuativo? Oltre all'informatica e all'inglese obbligatori, la creazione della figura del maestro prevalente che disarticola il modulo delle tre maestre per due classi. Prevede un primo anno seguito da due bienni e l'abolizione dell'esame di quinta elementare. Infine l'applicazione della teoria didattica ideata dal professor Giuseppe Bertagna. Ma anche se dovesse passare il Consiglio dei ministri e la scure finanziaria del ministro Tremonti, il cammino sarebbe ancora lungo. L'iter prevede il passaggio in Commissione, sia alla Camera che al Senato, poi la Conferenza unficata Stato-Regioni. Senza considerare che il decreto di spesa deve ottenere il via libera del Parlamento. Bene che vada quattro-cinque mesi. E ad anno scolastico iniziato sarebbe impossibile cambiare il sistema in corsa.
Ancora in alto mare gli altri decreti attuativi della legge delega che è stata approvata definitivamente dal Parlamento il 12 marzo del 2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 28 marzo. Da quel momento il governo ha due anni di tempo per presentare e far approvare dal Parlamento i decreti. Sono passati cinque mesi e la riforma non ha fatto un solo passo avanti. A questo punto la riforma Moratti rischia di fare la fine di quella Berlinguer: arrivare al traguardo quando ormai è troppo tardi.
(ma.re.)